Lo staff di The Washington Post ha deciso di testare la precisione di ascolto dei primi due assistenti personali virtuali ad essere disponibili sul mercato, Google Assistant e Amazon Alexa, per scoprire se e quali differenze ci sono tra di essi.

L’obiettivo dei tester era scoprire come si svolge nella vita reale l’interazione con questi due dispositivi e a tal fine hanno usato gli altoparlanti intelligenti Google Home e Amazon Echo.

Il test si è articolato in 70 comandi  (come “Inizia a giocare a Queen”, “Aggiungi un nuovo appuntamento” e “Quanto sono vicino al più vicino Walmart?”) impartiti ai due assistenti digitali, con l’obiettivo di stabilire quanto l’accento dell’utente possa influire sulla capacità di comprensione del dispositivo.

Ebbene, Google Assistant ha avuto un tasso di accuratezza complessivo dell’83% mentre quello di Alexa è stato leggermente migliore (86%). Quest’ultimo ha fatto un po’ meglio con gli accenti americani rispetto a Google Assistant mentre ha fatto un po’ peggio con quelli indiano, cinese e spagnolo.

Quello della comprensione degli accenti è un aspetto che dovrà essere risolto dagli sviluppatori per poter riuscire ad ampliare la diffusione e l’utilizzo degli assistenti digitali.