Oltre la metà delle vulnerabilità di alto livello che hanno colpito Android 9 Pie nel suo primo anno di vita dono dovuti a bug nella sicurezza della memoria. Lo afferma Google, che con Android Q e IntSan prova a ridurre gli effetti di questi problemi.

Il software però non può fare più di tanto, quindi il colosso di Mountain View ha pensato allo sviluppo di una soluzione hardware, realizzata in collaborazione con ARM, compagnia inglese che sviluppa il design dei processori utilizzati dalla maggior parte degli smartphone.

Si chiama MTE (Memory Tagging Extension) ed è pensata per rendere più facile l’individuazione dei problemi di violazione della memoria. La nuova soluzione ha due modalità di funzionamento, Precise Mode che fornisce informazioni dettagliate sulle violazioni e Imprecise Mode, che garantisce un minor carico sulla CPU ed è più indicata per un funzionamento always on.

MTE riprende il funzionamento di strumenti come ASAN e HWASAN, due strumenti che aiutano l’identificazione di bug legati alla memoria in fase di compilazione, entrambi specifici per Android Q. Google sta già lavorando all’integrazione del supporto a MTE, che dovrebbe essere pronto prima che siano disponibili sul mercato le prime soluzioni con il nuovo modulo di protezione hardware.

Potete scoprire maggiori dettagli tecnici visitando la pagina dedicata al progetto da parte di Google e quella preparata da ARM.