Nelle scorse ore Sundar Pichai ha presentato il nuovo manifesto di Google relativo ai principi da adottare in campo di intelligenza artificiale.

Questa nuova raccolta di principi e propositi può essere considerata una sorta di risposta alle domande poste l’anno scorso da Sergey Brin nella lettera dei Fondatori di Alphabet, con cui si occupava dell’impatto dell’apprendimento automatico e dell’intelligenza artificiale, nonché dei problemi e delle aspettative che Google aveva nello sviluppo della nuova tecnologia.

E ora, un anno dopo, il colosso di Mountain View ha rivelato i suoi obiettivi e i limiti.

Machine learning e AI presentano diverse difficoltà dal punto di vista morale. Google riconosce che l’intelligenza artificiale è in grado di affrontare i problemi seri in un modo unico ma comprende anche che sono state sollevate domande e preoccupazioni specifiche riguardanti il ​​suo utilizzo.

A tal fine, Google ha stabilito sette “principi” che presumibilmente la guideranno nei suoi progressi in questo specifico settore.

Si tratta di vere linee guida che l’azienda ritiene possano essere usate sia per le decisioni di ingegneria che per quelle aziendali:

  1. Essere socialmente utile.
  2. Evitare di creare o rafforzare pregiudizi sleali.
  3. Essere costruito e testato per la sicurezza.
  4. Essere responsabile nei confronti delle persone.
  5. Incorporare i principi della privacy.
  6. Sostenere alti standard di eccellenza scientifica.
  7. Essere reso disponibile per usi che concordano con questi principi, sulla base dei seguenti fattori aggiuntivi:
    1. Qual è l’uso principale?
    2. È unico?
    3. Avrà un impatto significativo?
    4. Quale sarà il coinvolgimento di Google?

Per ulteriori informazioni vi rimandiamo al post integrale pubblicato dal colosso di Mountain View.