Il Google I/O 2019 si è concluso con il tradizionale appuntamento del Fireside Chat, che si può tradurre come chiacchierata intorno al camino e che descrive bene lo spirito di una sessione di domande e risposte “dirette e oneste” tra gli sviluppatori e il team di Android. Un’occasione per chiarire dubbi e incertezze anche su molti progetti rimasti un po’ nebulosi, non per ultimo Fuchsia.

All’ultimo Fireside Chat (foto 9to5google.com) si è trattato non solo del misterioso sistema operativo ma anche di quelli già ufficiali e di dispositivi come quelli pieghevoli. A proposito di Fuchsia, la domanda – di chiarimento – è stata diretta a Dave Burke, vice presidente del settore ingegneristico di Android.

Nella sua risposta, ha specificato che lui stesso non conosce tutti i dettagli, quel che è a sua conoscenza è a proposito di ciò che riguarda Android. “C’è una buona collaborazione tra i team, – ha raccontato – ad esempio abbiamo un driver ANGLE su Q e abbiamo appena finito un modulo principale che implementa OpenGL ES 2.0, presto avrà il 3.0, che funziona su Vulkan. Lo abbiamo sviluppato con Fucsia perché Fuchsia usa Vulkan al livello base per la grafica, come verso dove sta migrando Android. Quindi abbiamo lavorato a stretto contatto in questo campo.

Un secondo esempio è su Jetpack Compose, che è il nostro nuovo toolkit UI: abbiamo lavorato a stretto contatto con il team di Flutter. Uno dei punti che ci interessa in particolare è avere competenze trasferibili. Quindi, se conosci Flutter, il toolkit su Android dovrebbe avere un aspetto familiare, così puoi muoverti tra questi ambiti. Questa capacità è qualcosa su cui abbiamo collaborato”.

Qualcosa che fa il paio con quanto comunicato in precedenza, sempre al Google I/O 2019, da uno dei membri fondatori del team di Android, Hiroshi Lockheimer, che ha spiegato che: “Google ha molti progetti in corso dato che siamo un’azienda tecnologica e investiamo in vari progetti, esperimenti e altro ancora. Alcune di queste iniziative avvengono in pubblico come progetti open source. Fuchsia è uno di questi. Quindi, ovviamente, molte persone assumono che sia un nuovo OS da Google e che dev’essere l’unico in futuro. Noi non la vediamo così, quanto piuttosto come un posto nel quale provare nuove idee”.

Insomma, qualcosa di molto diverso da una ideale convergenza tra Android e Chrome OS e più vicino a uno spazio sperimentale libero e “creativo”, funzionale a tutti gli altri progetti.

Passando a Wear OS, uno sviluppatore ha chiesto se fosse morto dato che non è stato mai citato. Ancora Burke ha spiegato: “Non è morto, ma abbiamo qualcuno qui? Ho centrato il punto? Qualcuno risponde che sono nella sandbox (ambiente di test, ndr)? Sì, quindi certo che sono vivi e stanno combattendo nella sandbox a I/O. Seriamente, è un ambito sul quale stiamo continuando a investire (come la recente acquisizione di Fossil, ndr), siamo davvero entusiasti degli indossabili. Cosa posso aggiungere? Che abbiamo ingaggiato nuovi professionisti e continuiamo a investirci”.

Infine, si è parlato di dispositivi pieghevoli e Burke ha commentato: “Sono entusiasta anche per quanto riguarda i pieghevoli. Abbiamo parlato a lungo dei cellulari che si possono trasformare in tablet concentrandoci soltanto sulla form factor. In realtà, però, ci sono tantissime idee che potrebbero stupirci e che arriveranno ed è qualcosa di davvero entusiasmante. Penso che il prossimo anno avremo alcune idee interessanti sulle quali chiacchierare qui”.

Appuntamento al prossimo Fireside Chat 2020 per scoprire come evolveranno i progetti Fuchsia, Android Wear e i pieghevoli.