In un’epoca in cui il “celolunghismo” si fa sempre più strada tra le aziende e in cui il sistema brevettuale americano appare sempre più evidentemente inadeguato e mancante, si assiste ad un fiorire di cause assurde tra società e all’apparire dei cosiddetti patent trolls, ovvero aziende che usano i propri brevetti per fare ogni causa possibile per trarne il massimo profitto (magari con brevetti idioti). Eric Schmidt, con chiaro riferimento alle ultime cause in corso contro il sistema operativo del robottino verde e patrocinato da Google, ha parlato alla “Google Mobile Revolution Conference” a Tokyo dei “divertimenti legali” che stanno paralizzando il mondo mobile – e non solo. Senza nominare direttamente alcuna compagnia, Schmidt ha affermato che a causa del successo di Android “i concorrenti rispondono con cause legali poichè non possono rispondere con l’innovazione“, anche se poi ha aggiunto che “non è preoccupato da ciò”. L’unica compagnia direttamente nominata da Schmidt è stata la taiwanese HTC: il CEO di Google ha infatti dichiarato che “ci assicureremo che non perdano” in risposta ad una domanda in cui veniva chiesto se Google avrebbe aiutato HTC a pagare le parcelle legali in caso di sconfitta.

La posizione di Schmidt è quantomeno contestabile, anche se non si posson certo negare certe innovazioni introdotte dal sistema operativo di Google rispetto ai concorrenti: un esempio banale potrebbe essere l’area notifiche, copiata a basse mani da Apple per il futuro iOS 5. Certamente anche Android ha copiato dal sistema operativo di Cupertino, così come dal fu Windows Mobile – e badate bene che negarlo è da stolti. Ciò che però, nella mia visione, rende totalmente diversi Android ed iOS è la completa apertura del primo in opposizione alla chiusura totale del secondo – chiusura che porta Apple ad essere quell’ “Impero del Male” che tutti dovrebbero temere per certi aspetti.

[Via Engadget.com]