A tre mesi di distanza dalla pubblicazione della versione beta di Android Studio 3.2, è disponibile la versione stabile dell’ambiente di sviluppo le applicazioni che girano sui dispositivi Android.

Dopo aver sistemato anche i piccoli dettagli e aver apportato le ultime migliorie, Google ha rilasciato l’aggiornamento che è in fase di rollout per tutti gli utenti interessati. Il primo avvio dopo l’installazione dell’aggiornamento di Android Studio porta mostra la schermata What’s New, che visualizza il changelog con tutte le novità introdotte.

Si parte da Android Jetpack, un set di strumenti pensato per semplificare la stesura del codice presentato al Google I/O 2018. è presente anche Android KTX, un set completo di estensioni che aiuta a scrivere codice più pulito in Kotlin. Il Navigation Editor è invece una nuova interfaccia grafica che consente di visualizzare la struttura dell’applicazione e delle sue attività, semplificando la condivisione di informazioni tra le varie componenti.

Tra le novità segnaliamo anche Android X, una libreria di supporto che permette di scrivere applicazioni che risultino compatibili con varie versioni di Android. Si tratta di una libreria open source al cui sviluppo può contribuire chiunque.

Gli sviluppatori troveranno inoltre comoda la funzione Android App Bundle, che consente di caricare un bundle con il supporto a numerose risoluzioni, dimensioni dello schermo o chipset utilizzato. Quando gli utenti installeranno l’applicazione scaricheranno solo le componenti o i file di supporto dedicati alla propria tipologia di smartphone.

È inoltre possibile inserire dati di esempio direttamente nell’interfaccia disviluppo, visualizzando immediatamente l’aspetto dell’applicazione e gli sviluppatori possono inserire le Slices, annunciate anch’esse in occasione del Google I/O 2018.

Android Profiler è probabilmente la più interessante novità della nuova versione di Android Studio visto che fornisce un dettaglio sulle prestazioni dell’applicazione e sul suo impatto sul sistema, attraverso la visualizzazione dell’attività della CPU e della memoria.

Molto utile è anche la funzione Lint checking che cerca spazi inutili nel codice, API deprecate, vulnerabilità e altri problemi, suggerendo la correzione da apportare e verificando che il codice Java e quello Kotlin siano perfettamente compatibili. Con gli Emulator Snapshots è possibile avviare l’emulatore in un determinato stato, che può successivamente essere salvato, per velocizzare le operazioni di test.

Il changelog non finisce qui e include numerose altre novità che trovate dettagliate nelle note complete di rilascio.