In queste ore Alphabet, l’azienda che comprendere Google, annuncia i ricavi per il Q4 2019. Nonostante i 162 miliardi di dollari di introiti del 2019, pari a circa 146 miliardi di euro, ed una crescita del 18% YoY, il titolo cede il 3% in borsa per colpa del mancato raggiungimento dell’obbiettivo previsto dagli analisti di mercato.

Mettendo da parte queste “piccole” considerazioni di natura prettamente finanziaria, l’azienda da poco guidata da Sundar Pichai può contare su una forte crescita in alcuni settori, e una costante emorragia finanziaria in altri.

Google Play Store taglia il traguardo degli 80 miliardi di dollari

Come ben sappiamo il Google Play Store è la finestra tramite cui ogni utente Android accede ad un infinito parco di applicazioni. È anche la piattaforma tramite cui gli sviluppatori di tutto il mondo commerciano le proprie creazioni, chi in forma completamente gratuita e chi a pagamento.

All’interno del report relativo ai guadagni del Q4 2019 scopriamo che, attraverso il Google Play Store, gli sviluppatori hanno guadagnato oltre 80 miliardi di dollari, circa 72 miliardi di euro. Si tratta di numeri da capogiro che certificano ancora una volta il buono stato di salute dello store targato Google.

Malgrado ciò, come abbiamo già raccontato diverse volte, il Google Play Store continua a generare meno ricavi dell’App Store di Apple, nonostante ad oggi Android sia il sistema operativo mobile più utilizzato al mondo.

YouTube taglia il traguardo di 15 miliardi di dollari di guadagni

Per la prima volta da quando vengono rilasciati i report trimestrali, in queste ore veniamo a conoscenza dei guadagni relativi a YouTube. La piattaforma di fruizione video (e non solo) chiude il 2019 con guadagni pari a 15,1 miliardi di dollari, circa 13 miliardi di euro.

È un buon margine di crescita rispetto agli 11,16 miliardi di dollari (circa 10 miliardi di euro) del 2018. Continua, seppur lentamente, anche la crescita degli altri servizi presenti all’interno del grande ombrello di YouTube. Ad esempio YouTube Music viaggia attorno ai 20 milioni di utenti combinando gli account YouTube Music PremiumYouTube Premium.

La controparte musicale è quella che vede una competizione più serrata, soprattutto quando messa a confronto di giganti come Spotify ed Apple Music, rispettivamente con circa 113 e 60 milioni di utenti. Continua a crescere anche la porzione di business legata a YouTube ads, ovvero la pubblicità, che raggiunge quasi 5 miliardi di dollari di introiti nel Q4 2019.

La sezione made by Google fa fatica a crescere

Malgrado il Q4 2019 prenda in considerazione l’holiday season, ovvero le vacanze di Natale, la sezione made by Google fa fatica a chiudere in positivo. Anzi, come dichiarato da Sundar Pichai e Ruth Porat, CFO di Alphabet, i dati di vendita suggeriscono una fase di declino delle vendite legate al panorama hardware.

Considerando però la grande varietà di dispositivi hardware prodotti da Google, è necessario mettere le cose sul giusto piano di valutazione. La componente “smart”, come ad esempio gli smart speaker e simili – ci riferiamo ai Google Nest Mini e Google Nest Hub Max -, hanno performato piuttosto bene durante il Q4 2019.

Stessa cosa però non si può dire della gamma Pixel, anche se ad esempio i Google Pixel 3a hanno venduto piuttosto bene da quando sono stati lanciati. Purtroppo Pichai non ha menzionato le vendite dei nuovi Google Pixel 4, cosa che ci porta a credere che non siano così entusiasmanti.

La cosa non ci stupisce più di tanto, soprattutto considerando le vendite piuttosto deludenti dei Pixel 3. Malgrado ciò, gli executive di Alphabet continuano a manifestare una visione piuttosto positiva del mercato hardware, dove Google è estremamente impegnata ad offrire la migliore esperienza utente possibile.

Porat sottolinea però che negli ultimi tre anni la sezione hardware di Google è divenuta un business valutato diversi miliardi di dollari, dove la supremazia della compagnia nel campo della IA e nel software le conferiscono un chiaro vantaggio rispetto ai competitor.

Forse a questo punto sarebbe necessario rivalutare la strategia di prezzo legata ai nuovi Pixel, un punto su cui in molti hanno espresso parere piuttosto critici al netto di un comparto software ed una fotocamera di primissima scelta.

La Ricerca e il Cloud sono due rami vitali per Google, mentre continuano le perdite del ramo “other bets”

Sundar Pichai non nasconde il suo entusiasmo nel commentare gli introiti generati da due rami di Google piuttosto importanti: la ricerca e il cloud. La prima chiude il Q4 2019 con circa 27 miliardi di dollari di guadagni, un bel passo in avanti rispetto ai 23 miliardi relativi al quarto dell’anno scorso, mentre il cloud è adesso un business che da solo vale 10 miliardi di dollari, circa 9 miliardi di euro.

Male invece il ramo “other bets“, ovvero porzioni di business di Google generati da aziende in forze al colosso statunitense. Il Q4 2019 ha visto perdite pari a 2 miliardi di dollari, mentre ad esempio nel Q4 2019 erano pari a “solo” 1,3 miliardi di dollari.