Quando Android è nato, nel lontano 2008, doveva essere il sistema operativo per smartphone che “liberasse” questo mercato dai grandi “oppressori” closed-source, che all’epoca erano BlackBerry e Windows Mobile, portando gli smartphone nelle mani di tutti grazie alla sua natura open-source ed al suo costo di licenza pari a zero.

Era proprio del dominio di Windows anche nel campo mobile che Google aveva paura e dal quale cercò di fuggire creando (o, meglio, acquisendo) Android per poi svilupparlo e renderlo una valida alternativa ai sistemi all’epoca esistenti. iOS fu un fulmine a ciel sereno che scombinò le carte in tavola, ma la missione di Android rimase identica: portare nelle mani di tutti lo smartphone ad un costo accessibile. Questo mi ricorda un po’ il motto “un PC in ogni casa” di Microsoft negli anni ’90, ed infatti sono molti i paralleli che si possono fare tra i due sistemi operativi – ma non è questa la sede per parlarne.

Piuttosto, ciò di cui è interessante discutere è il fatto che Android ha sì reso accessibili gli smartphone a tutti portando sul tavolo dispositivi dal costo basso con funzioni sufficientemente complete, ma anche in questo mercato assistiamo ad una prevalenza di e ad una preferenza verso i dispositivi di fascia alta dal costo tutt’altro che contenuto, per ovvi motivi di marketing e di profitto. Esempio pratico e arcinoto: il Galaxy S III, il cui prezzo di lancio era di 699€. Non proprio popolare, no?

Tuttavia Android ha anche il merito di aver abbassato l’asticella degli smartphone, rendendo possibili dispositivi come gli LG Optimus della serie L – con particolare riguardo ad L5 – che propongono hardware medio, software aggiornato, funzionalità avanzate ed un prezzo davvero molto contenuto. Se pensiamo che appena 3 anni fa dispositivi di questo genere avevano un costo di 400 o 500€, il guadagno per l’utente è evidente.

Android, tuttavia, ha guadagnato la maggioranza del mercato e si spartisce il 90% della base di installato insieme ad iOS, creando di fatto un duopolio che fa il bello ed il cattivo tempo senza che ci sia una reale alternativa ai due sistemi operativi – almeno non senza rinunce ad applicazioni note (esempio: Instagram o Temple Run su Windows Phone) o ad un ecosistema completo come quello creato da Google o da Apple.

Proprio questo, tuttavia, è alla base della preoccupazione di Mozilla che ha poi spinto la fondazione a creare Firefox OS. Se ci pensiamo, infatti, legare tutta la nostra vita mobile ad un solo produttore significa cedergli parte della nostra libertà: se questi infatti cessa di supportare il software, cambia le condizioni d’uso o smette in ogni caso di fornire servizi e supporto, ci pone inevitabilmente nella condizione di avere un’esperienza smartphone monca o del tutto assente. Se Google chiudesse il Play Store non sarebbe più possibile accedere facilmente e con sufficiente sicurezza alle applicazioni.

Quest’eventualità è molto remota, ma pensiamo a fatti più o meno recenti che riguardano altre piattaforme: Microsoft ha chiuso il Marketplace per le applicazioni di Windows Mobile 6.x, mentre un domani HP potrebbe decidere di chiudere i server che ospitano i servizi legati a webOS tagliando di fatto fuori i possessori di dispositivi con tale sistema operativo (me incluso!).

La volontà di creare un ecosistema mobile “realmente aperto” in cui la possibilità di accedere ad applicazioni e servizi indipendentemente da un unico provider centralizzato ha portato Mozilla a creare un sistema operativo in cui le applicazioni non sono altro che i siti web mobile ottimizzati e con un aspetto “da applicazione”.

Qui torniamo al discorso iniziale: Firefox OS può essere considerato il “nuovo Android”, intendendo con ciò un sistema operativo che si propone di diffondere ancora di più gli smartphone e di abbassarne il prezzo? Secondo quanto è possibile vedere al momento attuale – e secondo quel che penso io – pare di sì: Firefox OS è pensato esplicitamente per la fascia bassa e le sue richieste in termini di hardware sono molto basse, mentre Android diventa sempre più pesante a causa delle funzioni aggiuntive.

Nel mondo mobile, le cui evoluzioni sono fulminee, due anni sono un periodo lunghissimo: un periodo che è anche corrispondente, al momento attuale, al periodo in cui Android ha raggiunto il predominio del mercato. In questo momento abbiamo solo iOS ed Android a spartirsi il mercato senza altri sistemi operativi ad essere “fuori dal coro” e a proporre strade alternative, facendo le dovute eccezioni come BlackBerry e Windows Phone (che, però, contano molto molto poco).

La speranza è che Firefox OS, così come i nuovi BlackBerry 10 e Tizen e Sailfish OS, riesca a innovare quel tanto che basta a dare nuova linfa vitale al mercato dei sistemi operativi mobile e a far rinascere la competizione. Questo non va visto in ottica peggiorativa e contro Android, ma semmai proprio in favore del sistema operativo di Google che avrebbe un’occasione di confrontarsi con nuovi avversari e, quindi, di imparare da loro a rinnovarsi ed a far meglio di loro.

Nota: questo articolo è un editoriale e, in quanto tale, rispecchia l’opinione di chi scrive senza voler assumere caratteri di notizia oggettiva o di cronaca dei fatti. Esso è un articolo in cui vengono esposte le opinioni personali dello scrivente e, in quanto tale, non è oggettivo e può essere contrario all’opinione di chi legge. Invitiamo tutti i lettori a commentare tramite gli appositi strumenti mantenendo il rispetto e la civiltà.