Non molto tempo fa BlackBerry ha annunciato di aver dato il via alla sua cessione. Che la società non navigasse in ottime acque lo si era già capito da tempo, schiacciata com’era dagli agguerriti rivali, sopra tutti Apple e Samsung, ma la notizia più clamorosa è stata forse quella del prezzo.

L’ex RIM si stava (s)vendendo a soli 9$ per azione, un totale di 4,7 miliardi di dollari ad un consorzio capitanato dalla finanziaria canadese Fairfax Holding. Questa, in realtà, è solo la prima proposta d’acquisto che, in linea di principio, BlackBerry accetterà qualora non ci siano offerte migliori.

L’azienda che fino all’avvento dell‘iPhone originario dominava incontrastata nel mercato smartphone (perché di quello si trattava) non è riuscita a stare al passo e Prem Watsa, alla guida di Fairfax Holding, già principale azionista con il 10% delle azioni di BlackBerry, ha promesso di rilanciare la società solo dopo un riposizionamento.

Tuttavia una gara al rialzo è ancora possibile e, vista l’ingente quantità di brevetti e le infrastrutture di rete posseduti dalla società canadese, non è difficile capire perché altri giganti come Intel, LG, Samsung, Cisco e la stessa Google siano interessati all’acquisto. Per quanto riguarda Big G è difficile che, dopo Motorola, voglia acquistare per intero un’altra società produttrice di smartphone quindi molti sarebbero i dubbi a riguardo.

D’altro canto, ancora non si sa se queste ultime vogliano acquistare l’intera società o solo una parte delle sue attività. Sicuramente i brevetti sono, per le aziende produttrici di smartphone, la porzione più appetitosa ma non bisogna dare per scontato che gli azionisti vedano di buon occhio uno scorporo totale, nonostante questo permetta loro di guadagnare di più.

L’azienda, infatti, avrà a disposizione ancora qualche settimana, precisamente fino al 4 novembre, per proporre agli azionisti un’offerta migliore di quella già avanzata da Fairfax prima che l’affare si chiuda del tutto.

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