Il sistema dei brevetti americano è, come già detto per il caso Apple vs Amazon, a dir poco assurdo. Il caso Oracle vs Google è un altro valido esempio di quest’assurdità, ma porta con sè anche delle ricadute sul mondo del software libero e – nel caso specifico – su Android. Oracle ha infatti chiamato in causa Google per la virtual machine su cui gira Android, Dalvik, perchè questa infrange alcuni brevetti riguardo Java e la licenza d’uso dello stesso: fra i capisaldi c’è infatti la possibilità di realizzare VM differenti da quelle di Sun/Oracle, ma solo dietro autorizzazione esplicita. Dato che Google non ha ricevuto questa autorizzazione, Oracle ha deciso che avrebbe dovuto portare avanti il suo piano di massimizzazione degli introiti derivanti dall’acquisizione di Sun (piano che ha portato, tra le altre cose, alla nascita di LibreOffice, fork di OpenOffice.org); da questa decisione la causa contro Google.

Sun, che ricordo essere l’originale detentrice dei diritti e brevetti di Java (nonchè originale inventrice), non ha mai mostrato interessi in una causa contro Google per l’uso di Dalvik: alcuni ipotizzano che fosse perchè, seppur non pubblicamente, apprezzasse il lavoro svolto da Big G. Di diverso parere Oracle, che ha citato Google con ben 132 “patent infringement claims” (ovvero “richieste di infrazione di brevetto”, letteralmente) che spaziano nei più vari campi. Questo accadeva il 12 Agosto 2010. Si capisce che il rischio per Android era molto elevato.

Dico “era” perchè in realtà il giudice William Alsup, a cui è stato affidato il caso, ha oggi ristretto il numero di claims ad appena 3, negando anche la possibilità ad Oracle di ripresentare gli altri 129 in qualunque altra corte riguardo ad Android.

Currently, there are 132 claims from seven patents asserted in this action, and there are hundreds of prior art references in play for invalidity defenses. This is too much. The following schedule will ensure that only a triable number of these items — three claims and eight prior art references — are placed before the jury in October, all others to be forsaken. Oracle will surrender all of its present infringement claims against Google based on the 129 asserted claims that will not be tried. Oracle may not renew those infringement claims in a subsequent action except as to new products.

Tradotto:
“Al momento ci sono 132 accuse [di infrazione] di sette brevetti in quest’azione, e ci sono centinaia di riferimenti a “prior art” [oggetti/eventi prima del brevetto che però ne contengono le principali caratteristiche] in gioco per difendere l’invalidità [dei brevetti?]. Questo è troppo. Il seguente programma assicurerà che solo un numero giudicabile di queste cose – tre richieste e otto riferimenti a “prior art” – sarà portato alla giuria in Ottobre; tutti gli altri saranno eliminati. Oracle farà cadere tutte le odierne accuse di infrazione contro Google basate sulle 129 richieste che non saranno sottoposte a processo. Oracle non potrà rinnovare le accuse di infrazione in una azione successiva se non per nuovi prodotti.”

Questo non significa che Android sia in salvo, ma che possiamo sicuramente stare più tranquilli: Oracle ha ricevuto un forte colpo, e ora sta agli avvocati di Google dare il colpo di grazia.

 

[Via phandroid.com]