Motorola è nota nell’ambito dei cuochi ROM e di quelle persone che non si “accontentano” di avere la ROM di fabbrica per aver bloccato il bootloader dei suoi dispositivi. Chi non è molto pratico si chiederà: “cosa significa che «ha bloccato il bootloader»? E cosa vuol dire «bootloader»?” Ebbene, il bootloader è un piccolo programmino che viene avviato quando viene acceso il telefono. Questi ha il compito di “caricare l’avvio” del sistema operativo, ovvero di Android. Motorola ha “bloccato” il bootloader dei propri dispositivi facendo in modo che questi richieda una particolare firma al sistema operativo che dev’essere caricato – firma noto solo a Motorola! – e dunque rendendo vane possibili modifiche.

In concomitanza con la presentazione del primo tablet della società, lo XOOM, Motorola aveva dichiarato che avrebbe lasciato il bootloader libero, in maniera da lasciare libera la comunità di sviluppare su tale dispositivo. Oggi ha parlato della possibilità per gli sviluppatori di sbloccare il bootloader, ma questo solo nel “tardo 2011”. Queste le parole in lingua originale:

“In terms of your question – we completely understand the operator requirement for security to the end user, and as well, want to support the developer communities desire to use these products as a development platform.  It is our intention to enable the unlockable/relockable bootloader currently found on Motorola XOOM across our portfolio of devices starting in late 2011, where carriers and operators will allow it.”

Una possibile traduzione è la seguente:

“Nei termini della domanda – noi capiamo perfettamente l’esigenza dell’operatore [telefonico? ndr] riguardo la sicurezza dell’utente finale, e allo stesso tempo vogliamo supportare il desiderio della comunità di sviluppatori di usare questi prodotti come piattaforme di sviluppo. È nostra intenzione abilitare il bootloader sbloccabile/bloccabile che si trova correntemente sul Motorola XOOM sui nostri dispositivi a partire dalla fine del 2011, ove gli operatori lo permetteranno.” (chiedo scusa per eventuali errori nella traduzione)

Dunque, Motorola sembra seriamente intenzionata a lasciare il bootloader dei suoi dispositivi in uscita futura libero, a patto che gli operatori lo consentano. Questo è un compromesso che potrebbe essere accettabile, anche se – a parer mio – la soluzione migliore sarebbe lasciare i dispositivi pienamente modificabili a favore della comunità e degli utenti.

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