Microsoft si è resa assai nota tra i sostenitori dell’open source per i suoi tentativi di soffocare il software libero e tutto ciò che ne è interconnesso in ogni modo: dagli  Halloween documents sino alla campagna Get the Facts!, mirati alla sistematica azione di discredito e disinformazione. Non ci troviamo di fronte a nulla di differente con Android. Microsoft ha infatti dichiarato che alcuni suoi brevetti vengono infranti dal sistema operativo di Google, portando in causa importanti attori come Barnes&Noble ed HTC. Il Leitmotiv che Microsoft ha ripetuto costantemente, come un mantra, è che “Android è open source, ma ciò non significa che sia gratis”…

Nell’ottica di acquisire brevetti con cui poter negoziare con le altre compagnie, Google ha offerto 900 milioni di dollari per acquistare i 6000 brevetti di Nortel. Alcuni di questi brevetti sono concessi in licenza d’uso anche a Microsoft, ma i termini entro cui si verificherebbe la cessione a Google invaliderebbero questa licenza: Microsoft dovrebbe dunque ottenere una nuova licenza da Mountain View. Questa mossa ovviamente non è ben vista dalla società di Redmond, che contesta che Google stia acquistando questi brevetti per concorrere slealmente e che ciò “risulterebbe in una considerabile alterazione nello sviluppo e nel miglioramento di varie tecnologie esistenti e darebbe al presunto acquirente un vantaggio competitivo ingiusto”. In questo modo Google cerca un’arma con cui trattare con Microsoft: acquisendo i brevetti di Nortel, questi dovrebbero essere nuovamente licenziati a terzi, facendo sì che Google abbia margini di trattativa per quelle infrazioni che le vengono contestate in Android. Con una pura azione di do ut des, insomma, Google si assicurerebbe che Microsoft non infastidisca più i produttori con richieste di pagamento per licenze di brevetti – a meno che la stessa Microsoft non voglia pagare per i brevetti Nortel che passerebbero a Google. Il punto quindi è che, nel caso in cui Google non riuscisse ad ottenere la clausola della non continuità delle licenze, Google perderebbe tutto l’interesse nell’acquisto dei brevetti stessi poichè sarebbero, di fatto, inutili viste le licenze già concesse alla quasi totalità dei concorrenti. L’asta per i brevetti si terrà il 20 Giugno, e l’attenzione di tutto il mondo Android seguirà quest’evento, poichè in base alla riuscita di Google si potrebbe determinare l’esistenza stessa di Android come sistema operativo free as in free beer.

[Via androidandme.com]

Mi scuso con i lettori per la poca chiarezza dell’articolo: è stato scritto all’una di notte e alcuni aspetti non sono stati correttamente esplicitati.