Il Google Play Store sta iniziando a segnalare anche agli utenti in Italia la possibilità di scegliere un servizio di ricerca alternativo rispetto a quello di Big G da utilizzare a bordo dei propri dispositivi Android.

Come probabilmente già vi è capitato di sentire, in tempi non sospsetti il colosso di Mountain View ha avuto non pochi grattacapi con l’Antitrust Ue, che ne ha riconosciuto un abuso di posizione dominante: Google era stata multata per ben 4,3 miliardi di euro per aver abusato della posizione dominante di Android (presente su più dell’80% dei dispositivi mobili secondo le stime) associando il suo motore di ricerca e le app al sistema operativo, promuovendo in questo modo i propri servizi a discapito di quelli di terze parti. Senza dimenticare quella precedente relativa al servizio Google Shopping, qualche mese fa la Commissione europea aveva inoltre comminato al gigante californiano anche un’altra pesante sanzione sempre per lo stesso motivo, ma in quel caso con specifico riferimento al alla piattaforma AdSense, utilizzata da Google per dominare il mercato dell’advertising.

Se circa un mese fa avevamo appreso che anche l’India aveva deciso di iniziare ad indagare sull’operato di Google, giusto pochi giorni addietro testate giornalistiche del calibro di Wall Street Journal e Bloomberg avevano riportato che anche il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, con specifico riferimento alla sezione antitrust, starebbe passando al setaccio alcuni servizi di Big G tra cui Ricerca Google (Search).

A fronte di una situazione decisamente intricata e di portata tutt’altro che trascurabile con specifico riferimento al mercato occidentale, già un paio di mesi fa vi avevamo segnalato che Google stessa aveva deciso di correre ai ripari iniziando a segnalare ai propri utenti sul Google Play Store la possibilità di scegliere servizi di ricerca alternativi ai propri.

In questo modo, ogni volta che si riceve un nuovo aggiornamento, ai consumatori vengono presentate due schermate in cui li si invita a provare nuovi motori di ricerca e nuovi browser web diversi da quelli preinstallati. Ogni schermata si compone di un totale di cinque applicazioni, comprese quelle già installate nel dispositivo.

Finalmente, come potete vedere dallo screenshot riportato qui sotto, le segnalazioni in questione stanno facendo capolino anche in Italia.

Ritenete che questa mossa di Google sia sufficiente a dare maggiore visibilità ai servizi della concorrenza? Fatecelo sapere nel box dei commenti.

Grazie a Giulio Di Matteo per la segnalazione