Andy Rubin, il “papà di Android“, fa il punto della situazione del sistema operativo al Mobile World Congress con i colleghi della stampa Europea (tra cui il corriere da cui prendiamo l’intervista).

Poter leggere le sue parole è raro in quanto è sempre stato più un developer che un manager e quindi ci teniamo a mostrarvi una sintesi dell’articolo del corriere comparso in edicola:

Con l’acquisizione di Motorola Mobility cambierà qualcosa per Android? 

Non avrebbe senso per noi privilegiare un produttore. Android continuerà a prosperare solo se resterà neutrale.

La forza di Android è l’essere un sistema “open”, aperto e gratuito. Ma qual è stato il ruolo di Google?

Ci sono altri sistemi “open”. Maemo, Symbian, WebOs di Hp. Ma oltre a servizi unici, da GMail a Maps al resto, Google ha un modello di business basato su pubblicità e ricerche online. Un modello che porta benefici a tutta l’industria del settore.

La concorrenza di Apple e di Microsoft però è feroce.

Penso che il successo non si debba giudicare solo dal numero di terminali in commercio, ma anche dalle opportunità di business che offre ai soggetti terzi. È così che un sistema cresce.

Android non ha mai convinto appieno sui tablet. Potete far meglio?

Abbiamo una piattaforma senza eguali perché unitaria. Può e deve girare su un telefono con schermo da 3 pollici così come su un tv da 60 pollici. Da un punto di vista di “architettura” del software abbiamo fatto molto ma il lavoro non è completo. Ci sono spigoli da smussare.

Android ha 450 mila apps, ma quelle pensate apposta per i tablet sono poche. Perché?  

I tablet Android venduti sono 12 milioni, Kindle Fire di Amazon escluso. Gli sviluppatori si stanno accorgendo che stiamo gonfiando i muscoli anche in questo settore. Ma non possiamo obbligarli a scrivere apps apposta per i tablet.

Il primo telefono a marchio Google, il Nexus One, non è stato un successo. Perché insistete con gli smartphone Nexus? 

Gli sviluppatori hanno bisogno di un prodotto, perché i consumatori comprano prodotti.  C’è stato un Nexus One, un Nexus S, ora un Galaxy Nexus. Ce ne saranno altri.

Allora arriverà anche un tablet Google?

In passato abbiamo collaborato con Motorola per lo Xoom (il primo tablet Android, ndr). Un nostro prodotto non è in programma al momento. Ma non posso escluderlo in assoluto.

I rumors parlano anche di un prodotto Google per l’intrattenimento, un “hub” digitale.

Per noi il concetto di “hub” digitale è il cloud, la nuvola della rete. Non un prodotto fisico, ma piuttosto la possibilità di fruire di musica o video, allo stesso modo, dal browser del pc, dallo smartphone, dal tablet o da altri terminali.

Android resta frammentato, tante versioni diverse. E i produttori rilasciano spesso in ritardo gli aggiornamenti. Perché? 

Android non gira su un solo hardware. Parliamo di una piattaforma aperta a cui tutti possono contribuire. Qualche ritardo e incomprensione si potrà eliminare completamente solo se tutta l’industria della tecnologia viaggiasse alla velocità della luce. Ma niente può raggiungere la velocità della luce.

Che cosa pensa della “guerra dei brevetti”?

Qualcosa non funziona nel modello dei brevetti sul software. La tecnologia si muove troppo in fretta. Molte cause non hanno fondamento. Il touchscreen ad esempio è in giro da un pezzo. Toccare dei pixel con le dita è così diverso dal toccarli con un pennino?

Paolo Ottolina
malditech.corriere.it