Quando si parla di Google si fa riferimento a due signori che diversi anni fa hanno rivoluzionato il web e la vita di miliardi di persone in tutto il mondo: Larry Page Sergey Brin. Dopo aver ceduto le redini di Big G a Sundar Pichai nel 2015, hanno gestito Alphabet, ovvero l’azienda “ombrello” che racchiude al suo interno Google e tante altre compagnie.

Quest’oggi Page e Brin pubblicano una lettera in cui annunciano che Pichai sarà il nuovo CEO di Alphabet e di Google, anche se di quest’ultima lo è già da ormai qualche anno. Pichai lavora in Google da ormai più di 15 anni, cosa che gli permette di comprendere a pieno tutti gli aspetti operativi e manageriali di un colosso che vale diversi miliardi di dollari.

Page e Brin resteranno all’interno del consiglio di amministrazione oltre che azionisti, ma sono certi che da oggi non sarà più necessario avere due CEO e un Presidente a guidare Google e Alphabet. Si tratta di un cambiamento piuttosto importante, soprattutto in questo periodo storico dove le grandi aziende hi-tech sono sempre più sotto i riflettori dell’opinione pubblica, particolarmente durante questa campagna elettorale per le presidenziali americane del 2020.

Ma è tutto rose e fiori? No, per niente. Alphabet è un’azienda enorme che sotto il suo grande ombrello “protegge” altre 70 realtà o sussidiarie, fra cui Google. Queste sono simpaticamente etichettate nel bilancio come “Other Bets” – altre scommesse -, come del resto Google stessa è stata una scommessa di due studenti di Stanford.

Pichai si trova a gestire un’azienda che conta qualcosa come 103.000 dipendenti e non tutte le aziende sotto Alphabet vanno bene come Google. Diverse compagnie stanno vivendo una fase piuttosto turbolenta del punto di vista legale, come ad esempio DeepMind, specializzata in intelligenza artificiale, che è stata citata da Uber per elementi legati alla tecnologia di guida autonoma.

Google stessa sta per essere investita da un ciclone giudiziario per una investigazione antitrust, e non mancano nemmeno problemi interni con diversi dipendenti che accusano Google di spiare i comportamenti dei suoi lavoratori tramite una estensione di Google Calendar.

Pichai è in Google da ormai 15 anni e conosce perfettamente i meccanismi dell’azienda e ovviamente anche di Alphabet. Concordiamo sul fatto che ormai Alphabet e Google non necessitino più di due CEO e un Presidente, ma riuscirà un uomo solo a gestire tutta questa mole di lavoro?