Dormire in maniera adeguata è una questione basilare per chiunque, lo sa bene soprattutto chi soffre d’insonnia o di altri tipi di disturbi del sonno. Le nuove tecnologie hanno consentito di fare alcuni passi in avanti e fra sistemi di monitoraggio del sonno e apparecchiature che tentano di migliorarne la qualità come le ultime Bose Sleepbuds l’argomento è sempre più seguito per ragioni spesso e volentieri piuttosto ovvie: avete letto ad esempio lo studio di Hillmann sulla correlazione che c’è fra l’epidemia di sonno inadeguato e gli smartphone?

Moona è uno di quei dispositivi che nasce proprio come un supporto per dormire meglio basandosi su un semplice principio derivato da alcune osservazioni recenti: abbassare la temperatura della testa di 1°C. L’idea dei progettisti prende forma proprio sulla base del fatto che vari studi avrebbero dimostrato che per addormentarci il nostro fisico necessiterebbe di una diminuzione della temperatura, seppur lieve.

Indi per cui nasce Moona, dispositivo che, oltre a questo regola poi la temperatura nel corso della notte promettendo di ridurre i risvegli indesiderati, ma incentivando quello atteso grazie a una funzione di caldo risveglio, ovverosia un incremento graduale della temperatura coincidente con l’orario impostato della sveglia.

Composto in due parti unite da una giunzione, Moona ha una base di controllo al cui interno c’è un radiatore a pompa di calore regolabile manualmente attraverso dei pulsanti oltre che automaticamente tramite il principio cui accennavamo. All’altro capo del cavo c’è un cuscinetto da inserire all’interno del guanciale che fungerà appunto da tramite per mettere a punto di conseguenza la temperatura del capo.

Come visibile nel dimostrativo a seguire, c’è poi un’app grazie alla quale poter regolare il tutto e visualizzare quindi vari dati relativi utili a monitorare il proprio sonno e rendere il tutto più efficace.

Moona è già disponibile in preordine sul sito web ufficiale scontato al prezzo di 299 dollari invece di 399 con le spedizioni che partiranno anche per l’Italia ma non prima della fine del 2018.