La vicenda che ha visto protagonisti i device Xiaomi Redmi Note e Redmi 1s sembra finalmente giunta ad una conclusione. Per chi non lo ricordasse, alcuni utenti avevano scoperto una continua “fuga di dati” che dal Redmi Note venivano continuamente caricati su alcuni server cinesi. Allo stesso modo, F-Secure ha recentemente portato alla luce una ulteriore pratica poco chiara, stavolta riguardante lo smartphone Redmi 1s. Quest’ultimo caricava sui soliti server cinesi i numeri di telefono degli utenti in rubrica e degli SMS ricevuti oltre all’IMEI del terminale in questione.

Tali informazioni venivano inviate a causa del servizio MIUI Cloud Messaging, un software di messaggistica molto simile ad iMessage di Apple che  (in automatico) dirottava gli SMS inviati tra due utenti MIUI attraverso l’internet rendendoli di fatto gratuiti. Fino ad oggi il Cloud Messaging era attivo di default e non poteva essere disattivato.

In seguito alle proteste, Hugo Barra in persona ha annunciato il roll-out di un update che disattiverà il servizio di default, ragion per cui dovranno essere gli utenti ad abilitarlo nel caso volessero utilizzarlo:

After the upgrade, new users or users who factory reset their devices can enable the service by visiting “Settings > Mi Cloud > Cloud Messaging” from their home screen or “Settings > Cloud Messaging” inside the Messaging app — these are also the places where users can turn off Cloud Messaging.

Verrebbe da dire che tutto è bene ciò che finisce bene, tuttavia restano ancora alcune ombre sull’operato di Xiaomi in quanto l’azienda non è stata in grado di spiegare per quale motivo il Redmi Note inviasse le fotografie ai server cinesi nonostante Mi-Cloud fosse disattivato.

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