Un lungo documento pubblicato da Vodafone sta riaccendendo i riflettori su temi molto caldi come quelli della privacy e della sicurezza dei dati degli utenti, sottoposte costantemente al rischio di essere sacrificate in favore di “interessi superiori”.

Stando a quanto rivelato dall’operatore mobile, infatti, diversi governi avrebbero accesso diretto alle conversazioni che si svolgono nell’ambito delle sue reti.

Vodafone, che offre i propri servizi in 29 Paesi sparsi per i vari continenti, non ha precisato quali sono le autorità locali che tengono sotto controllo le reti mobile. Pur essendo diversi gli Stati nei quali è fatto divieto ai carrier di fornire dettagli in materia di intercettazioni (tra i vari troviamo Albania, Egitto, Ungheria, India, Malta, Qatar, Romania, Sud Africa, Turchia), in Italia l’operatore può rivelare questo dato: in circa un anno le richieste ricevute sono state pari a 605.601.

I governi che attuano il controllo più “pressante” sfruttano un sistema di accesso diretto, ossia una soluzione che non richiede un particolare mandato e che permette alle autorità di spiare in qualsiasi momento e senza la necessità di fornire alcuna giustificazione.

Quello riportato da Vodafone è uno scenario a dir poco preoccupante, così come confermato anche da Gus Hosein, direttore esecutivo di Privacy International. Lo stesso carrier, del resto, riconosce che il settore ha bisogno di una regolamentazione più rigida, tanto da invitare gli Stati interessati a modificare la legislazione ed impedire alle agenzie governative l’accesso alle infrastrutture di comunicazione di un operatore senza il controllo diretto dello stesso.

Stephen Deadman, membro della divisione privacy di Vodafone, giustifica la posizione dell’operatore mobile precisando che l’attuale sistema dell’accesso diretto si tramuta in una compromissione delle stesse libertà dei cittadini. L’imposizione alle autorità di effettuare una richiesta scritta, invece, comporterebbe almeno un duplice vantaggio: da un lato l’operatore mobile avrebbe la possibilità di effettuare una valutazione e tutelare i propri clienti, dall’altro gli stessi governi si troverebbero costretti ad attuare tali procedure con maggiore oculatezza.

Di una cosa siamo già certi: le polemiche non mancheranno.

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