Secondo i dati del Threat Index di CheckPoint Software l’Italia è stretta sempre più nella morsa dei ransomware, quella particolare categoria di malware che cripta i dati dell’utente chiedendo un riscatto, da qui il termine ransom, per renderli nuovamente accessibili. Nel nostro Paese il ransomware Locky è la seconda minaccia più diffusa dopo il worm Conficker ed ha fatto scalare all’Italia le classifiche tra i paesi più attaccati.

Ora occupiamo la quarta posizione in Europa e la quarantunesima a livello mondiale tra i paesi maggiormente vittime di attacchi informatici. Se i ransomware impazzano sui nostri computer, i dispositivi mobili non possono dormire sonni tranquilli visto che per il sesto mese consecutivo Hummingbad si conferma come il malware più utilizzato per gli attacchi a smartphone e tablet.

Secondo Nathan Shuchami, responsabile della prevenzione rischi di CheckPoint, i ransomware sono in continua crescita perché le aziende sono disposte a pagare per riavere i propri dati, attirando attenzioni crescenti da parte dei cyber criminali. Ecco perché sono proprio le aziende per prime a doversi affidare alle tecniche di prevenzione dei propri sistemi per essere sempre al passo, o quasi, con i criminali.