TIM Prime è l’ultimo servizio “premium”del noto operatore italiano, di cui vi abbiamo già parlato; dopo le prime denunce nei confronti di TIM, ecco che arriva il provvedimento di diffida da parte del Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

L’Autorità è giunta a prendere questo provvedimento dopo le moltissime segnalazioni arrivategli e dopo aver avviato un’istruttoria al fine di accertare l’illegittimità dell’operazione (che ricordiamo non necessita dell’approvazione dell’utente: viene attivata in modo automatico e comporterà il costo di 0,49 centesimi a settimana se non disattivata). Gli accertamenti hanno concluso come l’offerta non sia configurabile come una modifica unilaterale del contratto conforme all’articolo 70, comma 4, del Codice.

TIM Prime, infatti, rappresenta una attivazione non richiesta di nuovi servizi dietro un aggiuntivo esborso economico, e come tale non può essere presentata come una modifica del prezzo o delle caratteristiche dei servizi per i quali l’utente ha dato il proprio consenso contrattuale.

L’operatore, inoltre, con TIM Prime andrebbe a modificare profili tariffari “a consumo” in profili con addebito settimanale fisso; TIM, quindi, starebbe utilizzando illegalmente una procedura prevista dal Codice delle comunicazioni. Inoltre, l’addebito settimanale prescinderebbe dalla scelta del numero amico incluso con l’offerta da parte del cliente, rischiando di minimizzare il vantaggio compensativo proveniente da questa opzione.

L’Autorità ha, come già detto, diffidato Telecom Italia S.p.A. a cessare la condotta, non conforme al Codice; inoltre, la documentazione relativa alla vicenda è stata inviata all’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

In attesa di nuovi riscontri su questa faccenda, fateci sapere cosa ne pensate. Avete già disattivato il servizio?

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