La regola dei 10.000 passi è da tempo indicata da molti esperti di fitness, ma anche da cardiologi e dietologi, come una delle basi per mantenere il proprio corpo ed il proprio cuore in perfetta salute. Mio Global, uno dei primi produttori di dispositivi indossabili ad utilizzare la tecnologia di rilevamento del battito cardiaco, non la pensa così e prova ad utilizzare un metodo personalizzato per stabilire il livello di attività.

Si chiama PAI, Personal Activity Intelligence score, e farà il suo debutto su Mio Slice, il fitness tracker presentato al CES 2016 di Las Vegas. Mio sostiene di aver basato l’algoritmo alla base di PAI sullo studio HUNT, condotto tra il 1984 e il 2008 dall’università norvegese di Scienze e Tecnologia che ha raccolto dati su decine di migliaia di persone.

Secondo questo studio uno dei dati da tenere maggiormente in considerazione è il battito cardiaco a risposo, indice dello stato di salute, e il cui incremento può essere associato a rischi maggiori per il sistema cardiovascolare. Mio Slice, il nuovo fitness tracker, tiene traccia dei passi compiuti, calorie bruciate, distanze percorse, misura il sonno e visualizza le notifiche dallo smartphone, oltre a tracciare il battito cardiaco.

Piuttosto che indicare l’obiettivo in passi rimanenti da compiere, Mio Slice mostra l’indice PAI, che viene calcolato anche in altri due prodotti, Mio Alpha 2 e Mio Fuse, i quali però non lo visualizzano direttamente sul display ma solo all’interno dell’app. Questo ovviamente non significa che il metodo dei 10.000 passi sia errato, va ricordato che ogni essere umano è diverso e ciò che fa bene ad una persona potrebbe danneggiarne un’altra. L’algoritmo PAI cerca quindi di fornire un parametro il più personalizzato possibile.

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