I problemi legati al discusso Samsung Galaxy Note 7 sembrano non aver fine, e oggi ci giunge la notizia di una nuova brutta avventura con protagonista il phablet del colosso sudcoreano; il dispositivo sarebbe uno di quelli sostitutivi messi a disposizione dall’azienda, e la combustione spontanea avrebbe richiesto l’evacuazione di un intero aereo prossimo al decollo.

Questo nuovo Galaxy Note 7 avrebbe infatti cominciato a “bruciare” a bordo di un aereo della Southwest Airlines diretto a Baltimora, generando del fumo; Brian Green, questo il nome del possessore dello smartphone, ha affermato come il dispositivo fosse una delle unità sostitutive (e quindi definito sicuro dall’azienda stessa), che aveva ritirato in un negozio AT&T ancora lo scorso 21 settembre.

Green ha raccontato di aver spento lo smartphone e di averlo riposto in tasca, per poi trovarsi costretto a lasciarlo cadere a terra visto che il dispositivo aveva iniziato a fumare (“un fumo grigio-verde denso e aggressivo”); Green ha aggiunto come lo smartphone avesse circa l’80% di carica residua al momento dello spegnimento, e di averlo ricaricato solamente in modo wireless dal giorno in cui l’aveva ricevuto.

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Un collega di Green, dopo l’accaduto, rientrato nell’aereo per recuperare alcuni oggetti personali, avrebbe inoltre notato come lo smartphone era stato in grado di bruciare il tappeto che copriva il pavimento e addirittura il sottofondo.

La combustione di uno smartphone è ovviamente qualcosa di estremamente pericoloso, che potrebbe causare danni – anche seri – a cose e persone; Samsung avrebbe ovviamente avviato le indagini del caso, e dichiarato che non ci sono al momento prove a favore del fatto che il dispositivo incriminato fosse uno di quelli “nuovi” e sicuri. Intanto anche l’ente governativo CPSC starebbe indagando.