È ormai da circa un anno che Samsung ed Apple si danno battaglia nei tribunali di tutto il mondo – dagli USA all’Australia, dalla Germania al Giappone – accusandosi l’un l’altra di infrazioni di brevetti. L’ultimo capitolo di questa (triste) storia si svolge in Germania: già nei mesi scorsi il Paese teutonico è stato teatro di uno scontro riguardo il design della linea Galaxy Tab, giunto poi alla conclusione che il nuovo design, adottato da Samsung dopo l’esito a suo sfavore del processo, non infrange i brevetti Apple.

La compagnia di Cupertino, però, è tornata alla carica quest’oggi chiedendo il bando di ben dieci telefoni e cinque tablet a causa dell’infrazione di dieci brevetti da parte della compagnia koreana. Quest’ultima, d’altro canto, ha chiesto ufficialmente di produrre i documenti riguardanti i contratti in vigore tra Apple e Qualcomm per la fornitura di chip da integrare nei propri dispositivi mobile.

Come già nel processo precedente, Apple si è rivolta alla corte di Düsseldorf per formulare le proprie accuse: la corte è nota per essere particolarmente favorevole verso i detentori di brevetti che muovono le accuse. Bloomberg riporta che, nonostante questo, la Corte ha già espresso l’improbabilità di una possibilità di vittoria contro il nuovo Galaxy Tab 10.1, così come una corte d’appello ha espresso dubbi riguardo la portata dei design europei di Apple. Non è al momento noto quali siano i brevetti in discussione, anche se è chiaro che – ancora una volta – sono relativi al design dei dispositivi. Visto il numero di dispositivi coinvolti, è altamente probabile che sia coinvolta tutta la gamma dei dispositivi Samsung con sistema operativo Android inclusi il Galaxy S II ed il Galaxy S Plus.


Nel frattempo Samsung ha chiesto alla Corte Distrettuale della California di accedere alla documentazione ufficiale che mette in luce la natura degli accordi tra Apple e Qualcomm, la quale è la fornitrice della maggior parte dei chipset e delle radio in uso sui dispositivi iOS. «Una delle principali difese di Apple è che ha il diritto di utilizzare i chipset in questione [senza pagare le licenze]», ha dichiarato un legale di Samsung. Ciò che Apple intende dire è che può non pagare le licenze dei brevetti di Samsung perchè queste sono già pagate da Qualcomm, che si occupa di progettare e produrre i chipset e le radio. Ciò ha quel senso logico che tante volte non viene riscontrato nelle questioni giudiziarie, tuttavia proprio per il fatto che non viene quasi mai applicata questa regola logica sarebbe strano vederla applicata proprio in questo frangente.

Nella documentazione di Samsung viene affermato che «abbiamo bisogno di tutti i contratti ai sensi dei quali Qualcomm fornisce o ha fornito i chipset “Qualcomm MSM6610” a qualunque persona o entità e tutti i documenti che provano, riflettono o fanno riferimento all’uso da parte di Apple dei chipset Qualcomm negli iPhone o iPad.» Lo scopo della compagnia è di dimostrare che le licenze acquisite da Qualcomm non sono estendibili anche ad Apple e, in questo modo, arrivare a colpire la Mela con una causa sui brevetti relativi alle tecnologie 3G. Nel caso in cui avesse successo con questa strategia, Samsung ha intenzione di sfruttare questi elementi anche nei processi in corso in Germania, Italia, Francia, Regno Unito, Australia, Giappone e Korea.

Un eventuale successo di Apple nel processo tedesco potrebbe portare ad un bando a livello europeo dei prodotti Samsung, così come una vittoria di Samsung nel processo californiano potrebbe portare ad un effetto domino che risulterebbe in una serie di vittorie contro Apple in tutto il mondo, vista l’internazionalità della questione (i chipset e le radio adottati sono gli stessi in.ogni Stato). A quanto sembra Apple non ha intenzione di imparare dai suoi errori  e dalle sconfitte subite sia in Australia che in Olanda, ma abbia intenzione di perseguire ancora questa politica di eliminazione dell’avversario che, però, sarà senza dubbio perdente nel lungo periodo. La libertà di scelta è essenziale, e questo sembra essere un concetto che Apple non ha ancora compreso.