Un paio di mesi fa vi avevamo fatto notare come i risultati del Galaxy S4 fossero un tantino falsati da un piccolo pezzo di codice che che Samsung ha chiamato “BenchmarkBooster”. Il colosso coreano sembrerebbe non aver imparato dagli errori (se così si possono definire) perché anche il Note 3 sembra reagire più che bene all’ansia da prestazione.

Avevamo visto, infatti, come l’Exynos del Galaxy S4, quando si avviava un benchmark, andasse in overclock aumentando di conseguenza le prestazioni generali rilevate dall’applicazione. Stessa cosa accade al nuovo phablet di Samsung, il Note 3 appena avviato un benchmark spinge il suo già potentissimo Snapdragon 800 al massimo, raggiungendo la frequenza di 2,3 GHz come potete vedere dall’immagine in cima all’articolo e da quella seguente.

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Samsung aveva già respinto le accuse mosse nei confronti del Galaxy S4 e siamo sicuri che si prodigherà anche per difendere il suo nuovissimo Note 3. Sicuramente affermerà, come già fatto precedentemente, che il suo dispositivo è progettato per aumentare le sue prestazioni in caso di applicazioni più pesanti ed offrire così, all’utente, un’esperienza sempre al massimo.

Magari questa volta il colosso coreano ci spiegherà anche il motivo delle linee di codice che rispondono solamente per determinati benchmark. Ron Amadeo, scrittore per Ars.Technica, ha scoperto, infatti, che mentre i risultati di “GeekBench” vengono alterati, questo non avviene con “StealthBench” che non è molto differente dal primo.

Le prestazioni aumentano di circa il 20% grazie a questo stratagemma e siamo sicuri che Samsung avrebbe potuto evitare una figura del genere principalmente perché la maggior parte delle persone che comprano un dispositivo del genere nemmeno conosce l’esistenza dei benchmark (o cosa siano) mentre chi se ne intende, spesso viene anche a conoscenza del “trucchetto” grazie ai blog attraverso cui si informa. I bemchmark, infatti, sono strumenti per gli addetti ai lavori o per gli appassionati, sicuramente non per l’utente medio.

Il Galaxy Note 3, tra l’altro, offre già delle ottime prestazioni anche se non spinto al massimo, quindi, perché macchiarsi di un’onta del genere? Forse semplicemente perché quello che si ricorderà sono più i risultati dei benchmark che gli articoli che parlano della contraffazione.

Ironia della sorte, solo due giorni fa, vi avevamo detto come Samsung stesse lavorando proprio per creare benchmark più affidabili di quelli attualmente disponibili. Ci sarà da fidarsi di quel che verrà fuori da produttori che hanno solo da guadagnarci ad avere risultati a loro favore?

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