Ieri si è conclusa una delle storie più chiacchierate degli ultimi anni nel panorama degli smartphone Android: Samsung ha interrotto definitivamente la produzione e la vendita del suo Galaxy Note 7. Questo a causa dei molteplici episodi in cui lo smartphone è esploso o ha preso fuoco per un malfunzionamento interno che provocava l’autocombustione della batteria.

Procediamo per gradi. Note 7 è stato presentato alla stampa il 2 Agosto 2016, segnando il ritorno in pompa magna della serie Note in Italia (e in Europa). Uno smartphone che aveva tutte le carte in regola per essere il miglior phablet dell’anno, non a caso all’interno della nostra recensione lo abbiamo definito “il phablet senza rivali”: materiali e design al top, display magnifico, software e tecnologia legata alla S-Pen ancora senza rivali, insomma uno smartphone unico nel suo genere, a cinque anni dal lancio del primo Note nessuna azienda è stata in grado di creare un vero concorrente sotto questo punto di vista.

Galaxy Note 7, nei piani dell’azienda, doveva essere reso disponibile all’acquisto nel nostro paese il 2 Settembre 2016, come spesso accade, però, la vendita reale oltreoceano è iniziata qualche giorno prima, infatti i primi casi di esplosione risalgono al 25 Agosto. In realtà inizialmente le combustioni sembravano “nella norma” in quanto il tutto, almeno apparentemente, era ristretto ad episodi in cui si utilizzavano accessori non originali.

Samsung Galaxy Note 7 batteria esplosa

Con il passare delle settimane, però, le segnalazioni di Note 7 esplosi sono aumentate, proprio il 2 Settembre, il giorno in cui sarebbe dovuta iniziare la vendita ufficiale del dispositivo in Italia, Samsung richiama tutte le unità già spedite per indagare e risolvere il problema, annunciando che la vendita riprenderà normalmente durante il mese di Ottobre. In pochi giorni viene anche rilasciato un aggiornamento software che limita la batteria al 60% pur di evitare che le unità difettose manifestassero il problema, per questioni di sicurezza.

Passano i giorni e l’azienda si impegna a sostituire le unità problematiche, rimettendo in vendita lo smartphone il 3 Ottobre 2016. Ma non c’è pace per questo Galaxy Note 7, iniziano immediatamente ad arrivare notizie di smartphone sostituiti, e quindi sulla carta “sicuri”, esplosi nuovamente tra le mani dei consumatori, le compagnie aeree vietano l’utilizzo del dispositivo a bordo e i casi di combustione diventano all’ordine del giorno. Addirittura viene evacuato un aereo a causa di un incidente causato dal Note 7 e su internet si susseguono gli sfottò sia di aziende rivali che di utenti, la situazione ormai per l’azienda sudcoreana diventa ingestibile.

Finalmente l’11 Ottobre 2016 arriva la notizia che era nell’aria da un po’: Samsung blocca la vendita del dispositivo. Inizialmente si pensa a un blocco temporaneo, dopo qualche ora però arriva l’ufficialità della morte di Note 7, il dispositivo non verrà più messo in vendita e tutte le unità dovranno tornare a Samsung, l’azienda non è riuscita a metterci una pezza. RIP Note 7.

Perché il Note 7 esplode?

Probabilmente il vero motivo dell’esplosione di alcuni esemplari di Note 7 non lo conosce nemmeno Samsung al momento, altrimenti non si spiegherebbe la combustione dei modelli sostituiti.

Inizialmente, però, si era parlato di un problema che interessava esclusivamente la batteria, ed effettivamente l’ipotesi più accreditata si svilupperebbe nel seguente modo: all’interno della batteria di uno smartphone gli ioni di litio si spostano dall’anodo al catodo durante il funzionamento e viceversa durante la ricarica, un difetto di progettazione causerebbe il contatto tra i due elettrodi, questo porterebbe attraverso vari passaggi a un aumento del calore e conseguentemente alla combustione.

Il condizionale è d’obbligo, per un motivo ben preciso: questa è l’ipotesi accettata anche da Samsung inizialmente, ma poiché l’azienda non è riuscita a risolvere il problema le vere dinamiche sarebbero ancora poco chiare, si è parlato infatti anche di reazioni anomale degli elettroliti causate dal surriscaldamento dello smartphone.

Il processo che porta alla combustione, però, dovrebbe essere quello descritto, mentre le cause legate ad esso sono ancora poco chiare. Una delle ultime ipotesi riguarda la simmetria dello smartphone: le batterie prodotte da SDI sarebbero leggermente troppo larghe per l’alloggiamento, questo causerebbe delle piegature anomale della batteria e, conseguentemente, il contatto tra i componenti interni.

Utenti beta tester: il mercato va troppo veloce?

La domanda che noi addetti ai lavori ci siamo posti è la seguente: perché lanciare uno smartphone senza aver eseguito i dovuti test?

Il mercato mobile sono anni che corre a velocità troppo elevate, ogni sei mesi un’azienda presenta un suo top di gamma e la maggior parte dei produttori di smartphone agisce in questo modo: novità e lanci di nuovi device che avvengono costantemente per sfruttare fino all’osso questo mercato ancora florido e pieno di interesse da parte dei consumatori.

Settembre è il mese che segna la seconda ondata di device top di gamma, la prima generalmente riguarda il mese in cui si tiene il Mobile World Congress (fine Febbraio/inizio Marzo) e quello successivo. Settembre è anche il mese in cui l’azienda attualmente più influente del panorama smartphone, Apple, presenta e mette in vendita il suo iPhone, ed è anche il mese di IFA.

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Insomma l’obiettivo di Samsung era abbastanza chiaro fin dall’inizio: anticipare tutti, compresa l’azienda di Cupertino e lanciare il suo phablet per contrastare soprattutto le vendite di iPhone 7.

Sotto questo punto di vista Apple e Samsung hanno due modi diversi di rapportarsi al mercato mobile che va alla velocità della luce: iPhone viene presentato una volta l’anno e l’azienda, soprattutto con gli ultimi modelli, ha cercato di rallentare l’innovazione tecnologica con tre dispositivi (iPhone 6, 6s, 7) aventi lo stesso design e migliorie graduali. Samsung cerca di inserire caratteristiche distintive nei suoi dispositivi oppure, come in questo caso, lancia uno smartphone molto simile al portabandiera presentato sei mesi prima, S7 Edge, ma con l’aggiunta della S-Pen, in tutta fretta per anticipare la principale azienda concorrente.

Sono anni che i software degli smartphone vengono per lo più testati da noi consumatori, di fatto lavoriamo inconsapevolmente per le aziende produttrici di smartphone (e non solo, qualcuno ha detto videogiochi?) facendo da beta tester, questo accade con Apple, Google, HTC, Samsung, con tutti. Assistiamo sempre più spesso a software rilasciati pieni di bug e problemi che si manifestano sin da subito, al punto tale da chiederci se i test in azienda non vengano eseguiti con eccessiva superficialità.

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Con Note 7 abbiamo superato ogni forma di immaginazione a riguardo, i consumatori hanno testato sul campo l’hardware. Perché? Non c’è stato il tempo di eseguire i dovuti controlli sul dispositivo? Pur di arrivare prima Samsung ha fatto un salto nel vuoto sperando che tutto andasse nel verso giusto? Non avremo mai la certezza di ciò, ma i fatti parlano meglio di qualsiasi dichiarazione ufficiale che probabilmente non arriverà.

Samsung Galaxy Note 7 è uscito troppo in fretta, andavano eseguiti maggiori test, per fornire un prodotto funzionante al 100% e soprattutto per non mettere a repentaglio l’incolumità degli utenti.

Apple, Google e… Galaxy S8

Samsung esce da questa storia con un danno d’immagine non quantificabile in termini economici, e con circa 17 miliardi di perdite dovute ai mancati ricavi di vendita delle 19 milioni di unità prodotte. Un disastro tecnologico.

Chi approfitterà di questa debacle? Due aziende su tutte: Apple e Google. A Cupertino probabilmente se la staranno ridendo di gusto, iPhone 7 Plus (qui la nostra recensione su TuttoTech) ha la strada spianata per quanto riguarda le vendite, Samsung può sperare di contrastarle solo con una buona politica di marketing atta a sfruttare ancora S7 Edge (qualcuno ha notato il ritorno in TV del suddetto smartphone?). Google, invece, può operare in maniera leggermente più tranquilla con i suoi Pixel e il marketing aggressivo che sembra voler attuare, potrebbe cavalcare l’onda del fallimento di Note 7 per spingere ancora di più i suoi dispositivi, visto che a Mountain View è ormai chiara la volontà di affermarsi sotto questo punto di vista.

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E Samsung? L’imperativo è riconquistare in fretta la fiducia dei consumatori. L’azienda sudcoreana possiede tecnologie e know-how attualmente superiori a chiunque altro, la speranza è che riesca a sfruttarle per il lancio di Galaxy S8, anche se alcuni rumor, poi smentiti da altri rumor, lo vorrebbero sul mercato un po’ prima rispetto alla consueta presentazione tra fine Febbraio e inizio Marzo (MWC). Speriamo che, qualora il lancio anticipato dovesse concretizzarsi, in Samsung siano sicuri di ciò che stanno facendo.

Per quanto riguarda la serie Note, invece, la sensazione è che il brand sia destinato a sparire. Dopo questa disfatta difficilmente i consumatori potranno riporre nuovamente la fiducia in un Galaxy Note 8, noi invece speriamo di non dover più parlare di episodi del genere, anche perché…

…sbagliare è umano, perseverare è diabolico.

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