È arrivato il momento di salutare Holo e di dare il benvenuto a Quantum Paper. Nuove voci apparentemente affidabili hanno infatti portato alla luce dei dettagli che finalmente hanno aiutato a chiudere il cerchio sulla questione dell’omogeneità dell’interfaccia delle applicazioni Google, e di come quest’interfaccia poteva cambiare nel breve termine.

Ebbene, ci penserà il framework Quantum Paper a stravolgere un po’ le carte in tavola ed a mettere molta più chiarezza sulle novità che Google dovrebbe lanciare nei prossimi mesi. In questo articolo cercheremo quindi di esporvi il tutto in maniera più semplice possibile in modo da mettervi in condizioni di poter valutare oggettivamente le novità per Android (e non solo) che a Mountain View hanno intenzione di introdurre. Partiamo quindi dal definire innanzitutto cosa sono Quantum e Quantum Paper.

Quantum e Quantum Paper

Stando alle informazioni riportate da Android Police, l’obiettivo di Google sarebbe (finalmente) quello di unificare l’interfaccia utente, le animazioni, le azioni e le interazioni tra le varie piattaforme (Android, iOS, Web, ecc..), in modo da permettere agli sviluppatori di terze parti di realizzare applicazioni dal design “consistente” – ovvero coerente con una specifica linea di pensiero – per dare un’ulteriore spinta al processo di unificazione del design per i servizi Google. Per fare ciò, Google metterebbe a disposizione degli sviluppatori il tool Quantum tramite il quale sarebbe possibile realizzare cross-platform qualsiasi idea nello stile del nuovo framework unificato Quantum Paper: questo nuovo framework andrà quindi a definire nuovi stili e parametri da rispettare per la realizzazione di applicazioni cross-platform aventi una UI unificata o, quantomeno, compatibile.

Attualmente abbiamo già qualche prova del fatto che Google stia cercando di portare poco alla volta questo nuovo framework unificato alla luce: basti guardare l’applicazione Google+ recentemente aggiornata. Prima di fare ciò, però, è bene che si sappia qualcosa di più su Polymer.

Polymer

Gli sviluppatori sicuramente conosceranno Polymer, sostanzialmente un’estensione di Web Components. Si tratta un tool presentato al Google I/O 2013 attraverso il quale gli sviluppatori vengono messi in grado di “realizzare un elegante framework per l’interfaccia utente che risulta compatibile su diversi form factor e su tutti i dispositivi“. Potete dare un’occhiata al seguente video in cui viene mostrato al Google I/O 2013 questo nuovo tool:

Se siete andati un po’ avanti nella riproduzione nel video avrete sicuramente visto immagini come queste:

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Se ci si presta un po’ di attenzione, tra le icone mostrate nell’immagine (che risalgono ad 1 anno fa) vi sarebbe quella comparsa recentemente nella nuova applicazione Google Fotocamera, così come anche l’header dell’immagine a destra somiglierebbe in modo incredibile a quello dell’applicazione Google+. Quello che però ci interessa più di tutto è che Polymer mette a disposizione strumenti per poter letteralmente “comporre” un’interfaccia di un sito o di una web app attraverso dei blocchi personalizzabili ed a funzioni specifiche. Potrebbe essere di questo stesso tipo anche lo sviluppo delle applicazioni secondo le regole del framework Quantum Paper.

Tornando a Quantum…

L’applicazione Google+, come dicevamo poc’anzi, sarebbe quindi uno dei primi esperimenti da parte di Google volti all’introduzione di questo nuovo design per le applicazioni e per i suoi servizi cross-platform, design semplice e con alcuni elementi specifici che abbiamo anche ritrovato in immagini di applicazioni Google trapelate in altri rumor, come ad esempio in quelle relative alla nuova versione di Gmail:

Screenshot

C’è da considerare che questi screenshot di Gmail sono trapelati ben prima che l’applicazione Google+ venisse aggiornata alla release attuale e, nonostante questo, dall’immagine qui in alto si può chiaramente vedere come lo stile dell’interfaccia sia perfettamente identico a quello di Google+ e con anche lo stesso pulsante dedicato per la scrittura di un nuovo messaggio nella stessa identica posizione. Google, quindi, ci starebbe già dando un assaggio di Quantum Paper e, secondo queste nuove indiscrezioni, anche altre applicazioni Google subiranno un cambiamento del genere durante i prossimi mesi.

Rilascio di Quantum e conclusioni

Quando sarà rilasciato ufficialmente il tool Quantum? Le informazioni pervenute a tal riguardo affermano che Google renderà disponibile Quantum solo quando sarà rilasciato Android “L”, versione del sistema operativo mobile che verrebbe definita già come “il primo esempio di Quantum applicato su Android“. Attualmente nessuno sa quando Google rilascerà Android “L”, ma ci si aspetta che venga resa disponibile anche una sorta di Quantum Paper Spec, ovvero un set di linee guida da seguire per poter realizzare al meglio un’app dal design semplice, coerente e, soprattutto, immediatamente riconoscibile. Nulla andrebbe quindi fuori il controllo di Quantum Paper, neanche Hera di cui abbiamo parlato qualche mese fa e che dovrebbe essere implementato nella prossima versione di Android.

Per quanto riguarda iOS, invece, Google dovrebbe rendere disponibile il tool GoogleKit tramite il quale anche gli sviluppatori per il sistema operativo mobile di Apple potranno (se vorranno) realizzare applicazioni di terze parti secondo questi nuovi canoni di design – non è però escluso che Google tenga solo per sé questo tool ed almeno all’inizio lo utilizzi per aggiornare l’interfaccia delle proprie applicazioni per iOS.

L’era di Holo è ormai finita e sta per cominciare quella di Quantum Paper, anche se quest’ultimo rappresenta molto di più che un semplice cambio di interfaccia in quanto, oltre alla UI, si andrebbe ad unificare e migliorare anche l’esperienza utente sotto molteplici fronti. Aspettiamoci quindi ulteriori evidenze di Quantum Paper a partire già dai prossimi aggiornamenti delle applicazioni Google per Android.

Breve considerazione finale: se Google dovesse aggiornare tutte le sue applicazioni secondo i canoni di Quantum Paper in tempo per il rilascio di Android “L”, allora potremmo assistere al rilascio di una – la prima – versione di Android avente un’interfaccia che si sposa perfettamente con le applicazioni ed i servizi proposti.

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