Doogee P1 mostra cosa si può fare con un po’ di fantasia con Android. L’azienda lo chiama “Smart Cube” e dopo averlo usato capisco perché: questo picoproiettore con Android è una vera meraviglia, anche se mostra tutti i limiti di un prodotto tra i primi nella sua categoria. Il Doogee P1 ha un prezzo di circa 160€ che lo rende anche abbordabile, e questo – insieme a buone caratteristiche – è il motivo per cui è un dispositivo per molti versi innovativo, seppur molto limitato.

Video recensione di Doogee P1

Hardware

Purtroppo Doogee ha puntato al risparmio per questo dispositivo e il risultato si vede: all’interno del dispositivo troviamo un processore quad-core Amlogic T826 con clock di 1.54GHz (ancora basato su Cortex-A5!), 1GB di memoria RAM e 8GB di memoria interna. È presente una porta USB full-size. Purtroppo è tutto qui: le specifiche sono davvero molto contenute e questo limita un po’ le possibilità di utilizzo di questo dispositivo; il Doogee P1 avrebbe potuto essere migliore sotto questo profilo e offrire hardware più prestante per risultare ancora più appetibile.

Doogee P1 2

La batteria integrata ha una capacità di 4800mAh, mentre sul fronte della connettività troviamo WiFi 802.11b/g/n e Bluetooth 4.0. Manca purtroppo un jack audio, che sarebbe stato decisamente utile, così come la singola porta USB appare ridotta vista la limitatezza dei mezzi di interazione.

Design & Materiali

Il design di Doogee P1 è uno degli elementi più interessanti: è colorato e imprevedibile; assomiglia un po’ ad un cubo di Rubik, essendo però più giocoso e informale. È un design giovanile e poco serio e serioso, motivo per cui non è propriamente l’ideale per una presentazione di lavoro – ma può andare benissimo per vedere film e contenuti online.

Doogee P1 3

L’assemblaggio è sufficiente, con alcuni elementi che non sono fermissimi nella loro posizione pur rimanendo saldamente ancorati al corpo. I materiali sono quelli classici di Doogee: non trasudano qualità e robustezza, ma appaiono sufficienti per il tipo di utilizzo che bisogna fare del dispositivo.

Display, Audio & Multimedia

Ha senso parlare di schermo su un dispositivo che non ha schermo? Sì, perché in questo caso in realtà si può parlare delle caratteristiche del proiettore. All’interno troviamo LED prodotti (stando a quanto dichiarato da Doogee) da OSRAM con una luminosità reale di 70 lumen e una luminosità percepita di 1000 lumen. Effettivamente il Doogee P1 è molto luminoso ed è possibile utilizzarlo anche in una stanza illuminata durante il giorno senza particolari difficoltà.

La risoluzione di 854×480 è sicuramente ridotta, ma non si nota particolarmente proprio grazie al fatto che si tratta di un proiettore e che i contorni vengano quindi sfumati leggermente, senza quell’ “effetto pixel” che è tipico degli schermi LCD. Tutto sommato, questa risoluzione è sufficiente per fruire di un’esperienza d’uso piacevole; ho condotto i miei test a circa 2m di distanza dalla superficie di proiezione con un’immagine di dimensioni comparabili a quelle di uno schermo da circa 48 pollici e il risultato è gradevole.

L’altoparlante integrato è di bassa qualità e offre anche un volume molto ridotto, appena sufficiente a superare il rumore della ventola per il raffreddamento. Il mio consiglio è di utilizzare un altoparlante Bluetooth.

Sono supportati gli standard DLNA, AirPlay e Miracast. Visto lo scarso spazio di archiviazione il Doogee P1 non è l’ideale per guardare contenuti ospitati direttamente sul dispositivo, ma può fungere da ricevitore che attinge a varie fonti (es. streaming da smartphone, da NAS o da altro dispositivo in rete, direttamente da Internet) e per questo tipo di utilizzo può essere ideale.

Batteria & Autonomia

Il Doogee P1 non offre, nonostante la batteria capiente da 4800mAh, un’autonomia da record: è possibile utilizzarlo per appena 3 ore circa, che corrispondono più o meno alla durata di un film. Doogee P1 non è l’ideale per un uso continuativo, per il quale altri prodotti più specifici sono più adeguati.

Software

Nota: il Doogee P1 inviato dal produttore per eseguire la recensione ha una versione del software con diversi problemi che, a detta loro, non è aggiornabile, motivo per cui non mi è stato possibile testare il funzionamento di Miracast e di applicazioni scaricate da Google Play.

Il sistema operativo installato sul Doogee P1 è Android 4.4 KitKat: nonostante abbia ormai più di tre anni, KitKat è anche l’unica versione per la quale Amlogic crea i driver del processore, dunque la scelta è stata obbligata – ma relega questo prodotto in una condizione di obsolescenza del software già al lancio.

Il problema più grosso, però, non sta tanto nella versione del sistema operativo, quanto nella totale mancanza di qualsivoglia forma di ottimizzazione per il tipo di utilizzo che bisogna fare di questo dispositivo. L’interfaccia è quella di un tablet, senza però che sia presente un adeguato metodo di input; questo causa chiaramente un problema nell’esperienza utente, che soffre di moltissime limitazioni e inadeguatezze.

Con una doppia pressione del tasto di accensione si può accedere ad un’apposita schermata che consente di connettere il proprio smartphone al Doogee P1 grazie alla rete WiFi creata da quest’ultimo; viene mostrato un codice QR che bisogna scansionare con l’applicazione apposita (Doogee Remote) scaricabile dal sito di Doogee e a quel punto è possibile connettersi. La stessa procedura va seguita nel caso in cui il Doogee P1 venga collegato ad una rete WiFi esistente; questa procedura è eseguibile dall’interno dell’applicazione con il tasto WiFi previsto per questo caso.

Si può considerare buono il fatto che sia possibile collegarsi con il proprio smartphone e inviare comandi da quello, ma la mancanza di un sistema di puntamento si fa sentire moltissimo e costringe ad utilizzare un mouse. A meno che non si usi il Doogee P1 esclusivamente come ricevitore, il mouse è irrinunciabile perché altrimenti diventa praticamente impossibile utilizzare il dispositivo – basti pensare che non è possibile navigare in Internet perché non si riesce a inserire l’indirizzo desiderato. Anche l’immissione del testo da smartphone è scomoda e, in senso più generale, l’interazione con il dispositivo è difficile e decisamente sotto un ideale standard minimo. Se si vogliono contenere i problemi è necessario adottare sia tastiera che mouse – meglio se in unico dispositivo via USB per lasciare il Bluetooth all’altoparlante.

Un problema ulteriore è il fatto che non è possibile utilizzare il Doogee P1 direttamente come dispositivo indipendente, ma è sempre necessario passare per la trafila della scansione anche se è già stato connesso alla rete WiFi e si stanno utilizzando tastiera e mouse, perché continua a mettersi in modalità hotspot aspettando la connessione. Un modo sicuramente più intelligente di gestire la cosa sarebbe stato un semplice pop-up all’avvio contenente una richiesta su quale modalità attivare o, ancora, un tasto per attivare la modalità “standalone” senza passare per uno smartphone.

In conclusione

Doogee P1 è un ottimo dimostratore di quello che è possibile fare con Android, anche se in realtà non è quel buon compromesso che servirebbe tra innovazione ed usabilità. Il metodo di controllo è lontano dall’essere intuitivo e semplice e dovrebbe essere rivisto per rendere più fruibile il dispositivo. Nel complesso, però, utilizzando il Doogee P1 come solo proiettore e, quindi, utilizzandolo come dispositivo servente che riceve e basta, l’esperienza è positiva e tanto basta.

Nel complesso giudico positivamente questo curioso dispositivo, seppur i miglioramenti da apportare sarebbero molti. È un oggetto simpatico, ma è probabilmente adatto ad una ristretta cerchia di utenti e il prezzo di ~170€ (172€ su Gearbest.com) non lo rende abbastanza economico da essere acquistabile per provarlo e poi lasciarlo nel cassetto nel caso in cui non risulti così utile.