SOL Republic JAX è la porta d’ingresso verso il mondo SOL Republic: questi auricolari in-ear sono i più economici del brand californiano (fondato, peraltro, dal figlio del patrono di Monster), ma nonostante il prezzo contenuto mantengono le caratteristiche che ci si aspetta da delle cuffie a marchio SOL Republic. I bassi sono decisamente potenti e definiti, come avviene per le Tracks V8, e definizione del suono e una discreta profondità della scena sonora completano il quadro.

Design & comfort

Il design dei JAX è piuttosto semplice e lineare, senza particolari estrosità o ricercatezze: in questo senso l’unica concessione è una grande gamma di colori (l’unità inviatami da SOL Republic è color bordeaux, quasi vinaccia, molto piacevole ed elegante) che copre tutte uniformemente le cuffie senza altri colori escluso il bianco dei loghi SOL Republic e degli adattatori in gomma da inserire nel condotto uditivo.

Per il resto ci troviamo di fronte ad auricolari con cavo piatto anti-ingarbugliamento, controlli sul cavo (tre tasti, di cui solo quello centrale per gestire le chiamate funzionante con Android) e jack da 3.5mm perpendicolare al cavo. I controlli sul cavo sono particolari, poiché sembrano ricavati da un blocco unico di plastica che rende il tutto più omogeneo e piacevole alla vista; il microfono è posto sul retro e questo non depone a favore della chiarezza durante le chiamate.

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Il comfort non è elevatissimo: dopo pochi minuti si comincia ad avvertire un discreto fastidio alle orecchie dovuto agli spigoli delle cuffie che premono contro l’orecchio; tuttavia con un po’ di attenzione all’inserimento delle cuffie nelle orecchie il problema si risolve per buona parte. Esiste poi il classico problema dell’ “effetto stetoscopio”, che fa sì che si senta amplificato ogni colpo che prende il cavo – esperienza particolarmente fastidiosa quando si cammina ed il cavo sbatte costantemente.

L’isolamento acustico è di buon livello e permette di ascoltare musica senza intoppi anche in condizioni di rumorosità ambientale abbastanza elevata, come il treno o la metropolitana.

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Audio

Sul fronte audio ritroviamo gran parte degli elementi che caratterizzavano già le SOL Republic Tracks V8: bassi e alti ben definiti e potenti, medi leggermente in secondo piano – con una forma “a V” del suono che risulta particolarmente azzeccata per generi come l’elettronica, ma può risultare inadeguata per generi che richiedono maggiore presenza dei medi.

I bassi sono molto potenti e risultano fin eccessivi in alcuni ambiti, ma sono perfetti per certi generi e per muoversi in città perché sovrastano il rombo basso dei veicoli col risultato che la gamma sonora risulta tutto sommato equilibrata.  Ascoltare musica in silenzio, però, fa notare quanto i bassi siano predominanti rispetto alle altre frequenze.

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Rispetto alle Tracks V8 sembra esserci un apparente maggiore equilibrio, ma rimane comunque il problema della scarsa riproduzione dei medi e delle frequenze altissime, che perdono grandemente di definizione e appaiono decisamente confuse – soprattutto quando si tratta di piatti della batteria – pur rimanendo ben distinte dal resto della scena sonora. Qualche problema di sovrapposizione si sperimenta invece nei medi e nei medio-bassi, con gli strumenti che si coprono a vicenda facendo perdere profondità alla scena sonora.  Gran parte dei problemi di definizione sembrano sparire utilizzando un amplificatore per cuffie come il Creative Sound Blaster E3.

Passiamo alla classica analisi genere per genere con la scaletta di brani d’esempio:

  • Classica: i bassi non risultano eccessivi e non coprono le altre frequenze. In generale si evidenzia – forse con maggiore forza – quanto già detto: i medi sono leggermente arretrati e gli alti perdono di corpo e di definizione.
  • Metal: brani come Progeny dei Celtic Frost e Freezing Moon dei Mayhem traggono indubbio vantaggio dai bassi potenti e ben definiti, mentre brani più variegati come Sacred Worlds dei Blind Guardian o Sairin Katatsubasa No Tenshi dalla colonna sonora di Final Fantasy VII: Advent Children risultano meno incisivi e patiscono maggiormente della condizione dei medi – in particolare i cori nel brano dei Blind Guardian. Al contempo, però, l’accento sui bassi permette di far sentire molto bene ogni tocco della corda del basso in Till Fjälls di Vintersorg. In generale queste cuffie sembrano riuscire a rendere più coinvolgenti e a dare più potenza a quei brani con molti bassi e medio-bassi, ma perdono molto invece con quei brani che richiedono medi ben corposi.
  • Rock: Anche nel caso dei brani rock che ho inserito nella scaletta si sente la mancanza dei medi, parzialmente colmabile alzando di qualche tacca il volume. Va da sé, però, che questa non sia una soluzione ma solamente un ripiego. I problemi sono gli stessi fin qui evidenziati. Le chitarre e la voce in Smells Like Teen Spirit dei Nirvana appaiono in secondo piano, mentre in Born To Be Wild degli Steppenwolf si nota una scena sonora profonda e un’ottima distinzione dei singoli strumenti. Con The Great Gig in the Sky dei Pink Floyd la situazione si inverte, e la scena sonora appare piatta con gli strumenti che si confondono e si coprono a vicenda.
  • Trip-hop: Essendo un genere che offre una grande quantità di bassi, il trip-hop risulta ottimo con le SOL Republic JAX. Che ascoltiate i Portishead, i Massive Attack o Perdition City degli Ulver vivrete un’esperienza positiva.
  • Celtica/folk: La musica celtica risulta meno afflitta dai problemi di eccessivi bassi e dei medi in secondo piano, probabilmente a causa della minor presenza di bassi tipica di questo genere.
  • Elettronica: Come già detto, la musica elettronica è generalmente il genere adatto da ascoltare con queste cuffie grazie alla presenza consistente dei bassi.

In conclusione

SOL Republic JAX è un paio di auricolari qualità discreta, ideale per l’ascolto di musica elettronica e rap. In generale non si può dire che le SOL Republic JAX siano cuffie dal suono equilibrato e adatto a qualunque genere: se volete auricolari in grado di dare il meglio sia con Miles Davis che con i Daft Punk, queste cuffie non fanno per voi. Se, invece, preferite cuffie che diano grande risalto ai bassi, questi auricolari potrebbero fare al caso vostro.

Si tratta comunque di cuffie di base: non aspettatevi definizione superba e una scena sonora sempre particolarmente profonda; come cuffie per sostituire gli auricolari inseriti nelle confezioni degli smartphone, tuttavia, sono ottime e costituiscono un passo avanti deciso.

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