Sembra che NVIDIA sia riuscita a creare davvero un chip dalle prestazioni incomparabili. Tegra K1 sta cominciando ad arrivare nelle mani di sviluppatori e appassionati grazie alla development board Jetson TK1, da poco acquistabile direttamente da NVIDIA. Alcuni hanno deciso di mettere alla prova il processore e di vedere quali siano le prestazioni ottenibili, rimanendo spesso sbalorditi.

Michael Larabel di Phoronix ha infatti messo a paragone Tegra K1 con varie CPU, tra cui un Exynos 5 Dual di Samsung, Tegra 3 della stessa NVIDIA e vari modelli di Intel (Atom N270, Atom Z530, Core i3-330M). Il risultato è che le prestazioni del chip NVIDIA eclissano totalmente quelle di Tegra 3; nella maggior parte dei casi sono più di una spanna sopra gli Atom e l’Exynos e si avvicinano molto al processore Core i3. Questo ha dello straordinario, se pensiamo che la CPU di Intel è di appena 4 anni fa ed era di ottima potenza all’epoca.

Non è quindi illecito affermare con un certo grado di sicurezza che Tegra K1 è il chip ARM al momento più potente disponibile sul mercato. Anche il confronto con processori come Snapdragon 805 non sembra reggere. Forse i prossimi processori a 64 bit di Qualcomm riusciranno a recuperare, ma non è detto.

Questo è reso possibile anche dalla grande efficienza generale del chip: sia lato CPU che lato GPU, infatti, NVIDIA ha lavorato molto per ridurre i consumi pur mantenendo alte le prestazioni. Il WCCFTech ha effettuato un confronto diretto con la scheda Tesla K40, appartenente alla famiglia di GPU di NVIDIA destinate al calcolo generico (GPGPU) in applicazioni professionali e scientifiche, misurando le prestazioni assolute e l’efficienza.

Schermata del 2014-05-07 12:34:30

Il risultato è che Tegra K1 esce sconfitto (ovviamente) in forza bruta, ma vincitore in efficienza. D’altronde, la differenza è sostanziosa: 385W di consumo per la scheda Tesla e meno di 11W complessivi per Tegra K1. Non sono consumi ridotti per un chip destinato ad essere montato su tablet e dispositivi mobile, ma è probabile che sia possibile ridurre i consumi a pochi Watt senza intaccare eccessivamente le prestazioni.

Il problema, come al solito, è che non saranno molti i produttori ad impiegare questo chip all’interno dei propri dispositivi. Per di più, considerando la storia recente, è probabile che NVIDIA abbandoni il chip a se stesso dopo poco più di un anno impedendo ai produttori di rilasciare aggiornamenti di Android. Speriamo che NVIDIA cambi e che, finalmente, riesca a commercializzare un processore diffuso e supportato.

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