La situazione tra operatori telefonici e Unione Europea sembra essere ai ferri corti. Da un lato, infatti, la CE vorrebbe abbassare drammaticamente costi che sono “ingiustificati” e troppo onerosi verso gli utenti, dall’altro invece ci sono le telco che vorrebbero mantenere lo status quo e crogiolarsi nei guadagni e nella mancanza di concorrenza. Questa volta, però, Vodafone minaccia l’Europa di pesanti ritorsioni.

Oggetto della contesa è la riduzione delle tariffe di roaming e di terminazione. La domanda più lecità è: cosa sono? Le tariffe di roaming sono le tariffe applicate nel caso in cui venga effettuata una chiamata con un operatore estero: ad esempio, se si va in Germania si è in roaming poichè ci si appoggia ad una rete estera che, per questo servizio, si fa pagare cifre che arrivano ad essere anche 5 volte la tariffa normalmente applicata per una chiamata. Le tariffe di terminazione, invece, sono le tariffe applicate per trasferire le chiamate da rete mobile a rete fissa e viceversa. Se chiamo da casa il cellulare della mia ragazza, Telecom Italia mi chiede un sovrapprezzo perchè deve sostenere il costo di passaggio da rete fissa a rete mobile.

Tali servizi non costano ovviamente agli operatori molto, anzi. Essi sono una fonte di lucro sicura ed immediata, un po’ come gli SMS.  I prezzi per i servizi di roaming passeranno, secondo i piani attuali, a 25 centesimi al minuto per le chiamate effettuate e a 8 centesimi per quelle ricevuti a partire dal Luglio di quest’anno. Nel 2014 si abbasseranno ancora di più, poichè arriveranno a 15 centesimi per effettuare chiamate e a 5 centesimi per riceverle. Per gli SMS il discorso è simile, poichè si passerà dagli 8 centesimi di Luglio 2012 ai 7 centesimi nel 2013 e a 5 centesimi nel 2014. Il costo delle connessioni dati in roaming passerà dai 50 centesimi di questo Luglio ai 30 centesimi di Luglio 2013, per raggiungere infine i 20 centesimi nel 2014.

Vedersi togliere dal piatto una delizia fa arrabbiare tutti, e ciò è ancora più comprensibile se si pensa che sono in ballo milioni e milioni di Euro. La comunità europea, però, pensa che le telco debbano guadagnare attraverso la sana concorrenza e non attraverso questi “giochetti”.

Vittorio Colao, amministratore delegato di Vodafone, ha colto l’occasione del Mobile World Congress di Barcellona per esprimersi a riguardo. “I regolatori devono togliere il pilota automatico che hanno messo 15 anni fa e sviluppare un nuovo rapporto con le telco. Basta con questi continui interventi sui prezzi, bisogna dare modo all’industria di reinvestire i soldi […] se l’Europa interverrà anche sulle tariffe del roaming, Vodafone non taglierà gli investimenti complessivi, ma potrebbe indirizzarli in altre aree geografiche […] Vodafone investirebbe di più se ci fosse un intervento regolatorio più leggero”.

"Ma chi prendiamo in giro?"

La risposta del commissario europeo Neelie Kroes non si è fatta attendere, e non ha certo avuto un tono pacato: “Messaggio a Vittorio e Vodafone: il tuo è un bluff e io non rispondo bene alle minacce. Prendo le difese dei clienti Vodafone e ricordo a tutti che vogliamo più spettro per il settore mobile e un mercato più grande. Una concorrenza leale nel roaming è una buona contropartita per queste opportunità. Ricordate che se i consumatori non avranno più paura a usare il loro smartphone o il tablet all’estero quando viaggiano per l’Europa, ne beneficeranno anche gli operatori“.

La situazione sembra senza soluzione nel breve periodo, poichè entrambe le parti non hanno intenzione di retrocedere dalla propria posizione. La minaccia di Vodafone di tagliare gli investimenti in Europa sembra poco credibile, considerando l’enorme bacino di utenti che il Vecchio Continente costituisce. Certamente le telco hanno esigenze industriali e necessitano un ritorno proporzionato gli investimenti, ma l’Unione Europea deve giustamente tutelare gli utenti – che soprattutto in Italia sono vittime di tariffe decisamente esagerate e poco concorrenziali. Paradossalmente, costa meno mandare un SMS da un Paese europeo verso l’Italia di quando lo si invia all’interno dei confini nazionali.

I tagli imposti alle tariffe potrebbero dare un nuovo impulso alla concorrenza e favorire sia gli utenti che gli operatori: come giustamente faceva notare Kroes, un maggiore uso dei servizi all’estero beneficia anche gli operatori. Per far fronte alle spese, però, le telco potrebbero decidere di cominciare a far pagare quei provider di servizi come Google (YouTube), Apple, Microsoft ed altri che costituiscono il carico dati maggiore. Insomma, in qualche modo le telco potrebbero continuare a guadagnare – anche se forse un po’ meno sulle nostre spalle.

 

Fonte: Tom’s Hardware Italia