Nato dalla mente di Bertrand Serlet,ex vice presidente del software engineering ad Apple, Upthere si propone di soppiantare i tradizionali sistemi di cloud storage, da sempre afflitti da problemi di sincronizzazione, copi multiple, versioni differenti e automatismi non sempre funzionanti.

Fondata nel 2011 Upthere è rimasta nell’ombra fino poco tempo fa, portando sul mercato una nuova idea: la sincronizzazione è morta e in futuro i file saranno salvati direttamente sul cloud. La società californiana ha dovuto partire da zero, in quanto nessuna soluzione esistente si avvicinava all’idea originale. Serlet non ha voluto spiegare nel dettaglio i tecnicismi dietro Upthere ma ha annunciato che presto saranno rilasciate delle API per permettere agli sviluppatori di integrare il nuovo servizio nelle loro applicazioni.

No mancano i punti nebulosi della proposta di Upthere, in particolare la disponibilità dei file offline e i piani tariffari previsti. Il primo punto è molto importante perché non  sempre esiste la possibilità di accedere alla rete, vuoi per mancanza di connettività vuoi per impossibilità forzata, come durante un viaggio aereo.

È dunque impensabile avere i propri documenti nel cloud e non avere la possibilità di avere una copia locale, anche se questo farebbe crollare la teoria sulla quale si basa il nuovo servizio. Anche l’offerta economica è un dettaglio da non trascurare, vista la varietà di offerte attualmente presenti sul mercato che costringerebbero Upthere ad adottare politiche piuttosto aggressive per accaparrarsi subito un gran numero di nuovi utenti.

Sarà comunque difficile convincere qualcuno a pagare un servizio sapendo che esiste la concreta possibilità che i propri file non siano accessibili in qualsiasi momento, e questo è dunque il primo aspetto sul quale il team si Serlet dovrà lavorare e, soprattutto, fare chiarezza. Per il momento il servizio è disponibile in versione beta, anche se è necessario iscriversi a questo sito ed attendere di ricevere un invito per provare Upthere.
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