L’Antitrust ha multato con pesanti sanzioni monetarie i principali operatori di telefonia mobile italiani: H3G, Wind, TIM e Vodafone. Ad H3G e TIM è stata comminata una multa pari a 1.750.000 euro mentre Vodafone e Wind dovranno sborsare 800.000 euro.

Il motivo di tale provvedimento è da ricercarsi nelle pratiche scorrette che i suddetti operatori hanno messo in atto al fine di fornire agli utenti servizi premium senza alcun esplicito consenso da parte della clientela stessa.

Sarà capitato a moltissimi di voi di navigare su internet e di cliccare inavvertitamente su di un banner o un pop-up e di veder attivato dopo pochi secondi un servizio premium a pagamento con relativo addebito sul conto telefonico.

L’attivazione di tali servizi a sovrapprezzo – ed è questa la ragione della multa – veniva favorita attivamente proprio dagli operatori che, come testimonia l’indagine svolta dall’Antitrust, prendevano addirittura parte ai guadagni generati dalla commercializzazione dei servizi premium.

Più nello specifico, H3G, Wind, TIM e Vodafone sono state multate per i seguenti motivi:

  • per non aver informato i clienti sul fatto che il contratto di telefonia mobile rendesse possibile la ricezione di servizi a pagamento;
  • per non aver informato i clienti circa la possibilità di proteggersi da tali pericoli tramite l’attivazione di una procedura di blocco;
  • per aver attuato una procedura automatica di attivazione e di addebito sul conto dell’utente;
  • per non aver controllato l’attendibilità delle richieste di attivazione;
  • per aver partecipato ai guadagni;
  • per aver ignorato il fenomeno danneggiando i propri clienti.

Ai 6 punti appena elencati si aggiungono alcune ulteriori accuse nei confronti di H3G e TIM, accuse che stanno quasi certamente alla base delle maggiori sanzioni pecuniarie comminate alle due società.

L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha vietato la continuazione delle pratiche scorrette ed ha intimato agli operatori di rendere note entro 60 giorni le iniziative che verranno messe in atto per tutelare l’utenza.

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