Antitrust e Agcom vogliono far cessare definitivamente le truffe legate ai cosiddetti servizi a sovrapprezzo. L’Antitrust negli ultimi giorni ha avviato una procedura nei confronti dei principali operatori telefonici italiani (TIM, Vodafone, H3G e Wind), che potrebbe portare ad una nuova sostanziosa multa dopo quella già comminata nel mese di Gennaio.

L’Agcom, nel mentre, sta ultimando una delibera (di cui già vi parlammo in passato) che, se verrà approvata, renderà estremamente più difficili le truffe (perché di questo si tratta) che si celano dietro ai servizi a sovrapprezzo.

Attualmente il sistema funziona così. L’utente naviga in rete e vede comparire un banner pubblicitario, ci clicca per sbaglio (magari nel tentativo di chiuderlo) e si ritrova abbonato ad un servizio a pagamento. Il fornitore del servizio in questione riceve dall’operatore telefonico il numero dell’utente e procede così con l’addebito di una cifra (solitamente dai due euro in su) sul credito telefonico di quest’ultimo.

Il clic sul banner (o meglio, i due clic in quanto le norme vigenti prevedono almeno un paio di clic) vengono interpretati come un implicito consenso dell’utente affinché l’operatore fornisca il numero di telefono al fornitore del servizio. Tali clic, già di per sé non sufficienti a tutelare i diritti dei consumatori, vengono spesso simulati dal sito internet stesso, che provvede in questo modo ad attivare un abbonamento senza che il navigante tocchi alcunché.

L’Agcom, come dicevamo, sta approntando una delibera che obbligherà gli operatori a fornire i dati solo in presenza di un consenso esplicito: in pratica dovrà essere l’utente a scrivere per esteso il proprio numero di telefono all’interno del banner pubblicitario.

Il business che gira attorno ai servizi a sovrapprezzo è di circa 1 miliardo di euro, che vengono ripartiti tra fornitori e operatori. Questi ultimi continueranno dunque ad opporsi con tutte le proprie forze alle disposizioni dell’Agcom.

Via