I selfie stanno iniziando a diventare importanti anche per la verifica dell’identità e sono arrivati in diversi casi a sostituire le password o le impronte digitali; questa è anche una diretta conseguenza dei miglioramenti costanti legati alle fotocamera anteriori degli smartphone.

Alcune compagnie hanno iniziato a sostituire le password con dei più “sicuri” autoscatti: il primo esempio è MasterCard, come abbiamo visto due settimane fa, che ha fatto debuttare il suo sistema Identity Check Mobile, attraverso cui gli utenti possono verificare la proprio identità con la fotocamera del telefono (facendo l’occhiolino per evitare che un eventuale malintenzionato sia entrato in possesso di una foto); il nuovo sistema sembra un successo, il 92% degli utenti vorrebbe utilizzarlo anche per l’accesso all’app di home banking.

Anche Uber ha introdotto un sistema di verifica per i propri autisti, che devono scattarsi un selfie prima di accettare una chiamata; questo avviene attraverso un’applicazione atta specificamente allo scopo e a un software di riconoscimento facciale, grazie ai quali la compagnia è stata in grado di riconoscere gli autisti nel 99% dei casi.

Questi sistemi sembrano funzionare piuttosto bene e si basano sulla “trasformazione” dei tratti somatici in valori numerici: la larghezza del naso, la distanza tra gli occhi e tutte le altre caratteristiche vengono convertite in un codice ID che viene quindi comparato a quello della foto “originale”; non è ovviamente perfetto, ma diverse compagnie (tra cui anche la banca HSBC) sembrano ritenerlo adatto.

Cosa ne pensate? Utilizzate i selfie come password per qualcosa, magari come sblocco del telefono?

immagine di copertina da Instagram