Quello dello spazio di archiviazione sta rapidamente diventando un problema per la tecnologia moderna, in virtù del fatto che cresce il numero di applicazioni installate sugli smartphone e le dimensioni dei file multimediali. La memoria atomica potrebbe essere la risposta definitiva a questi problemi, ma si tratta di una tecnologia che non è ancora applicabile a causa di grossi limiti fisici.

Se un filmato in alta risoluzione richiede alcuni gigabyte di spazio per essere archiviato, uno in formato 4K consuma alcune centinaia di gigabyte, una quantità ancora improponibile per un moderno smartphone ma che potrebbe essere alla portata di quelli di un prossimo futuro.

Grazie ad una nuova tecnologia, chiamata memoria atomica, sarà infatti possibile archiviare fino a 502 terabit in un singolo pollice quadrato, una cifra nettamente superiore agli 1,34 terabit della tecnologia attuale. L’esperimento, svolto per ora in scala molto ridotta, ha visto l’utilizzo di 60 000 atomi di cloro posizionati su uno strato di rame.

Grazie all’utilizzo di un microscopio a effetto tunnel è stato possibile ordinare gli atomi in modo d registrare circa 1 kilobyte di dati contenenti una porzione del libro L’origine della specie di Charles Darwin. C’è voluta quasi una settimana per completare il processo a dimostrazione che si tratta di una tecnologia agli albori e che deve essere perfezionata.

L’ostacolo principale al momento attuale è rappresentato dalla temperatura di funzionamento del sistema, prossima allo zero assoluto. In questa condizione infatti gli atomi mantengono la posizione mentre ad una temperatura superiore ai -196,15 gradi Celsius (77 gradi Kelvin) riprendono il loro movimento e perdono i dati contenuti.

Per quanto possa quindi trattarsi di una soluzione molto promettente, i grossi limiti dell’attuale tecnologia sembrano collocare la memoria atomica nella lunga lista di soluzioni che rimarranno a livello di laboratorio per un lungo tempo.