Se pensavate che il binomio Nokia-Android che dovrebbe concretizzarsi nel Normandy fosse strano, allora questa notizia vi lascerà senza parole. Secondo fonti dei colleghi di The Verge, infatti, Microsoft starebbe pensando di utilizzare le applicazioni Android sui suoi sistemi operativi Windows e Windows Phone per colmare la distanza che al momento esiste tra le sue piattaforme ed Android.

La mossa appare sicuramente poco ortodossa e decisamente fuori dagli schemi cui siamo abituati. La situazione non è semplice da spiegare e, per spiegarla correttamente ed in maniera completa, servirebbe molto più tempo di quello a mia disposizione per scrivere questo articolo, dunque proverò a riassumere i punti principali così da avere una visione d’insieme della situazione.

Android, il Windows del mobile

Microsoft aveva una notevole fetta del mercato mobile quando nacque Android: negli USA la piattaforma Windows Mobile aveva circa il 40% del mercato. Quando vennero lanciati l’iPhone prima e Android dopo, Microsoft li bollò come “meteore” che sarebbero passate senza lasciare troppe conseguenze. Il resto della storia è noto.

Android è riuscito a diffondersi a macchia d’olio, travolgendo e soffocando qualunque concorrenza, grazie al suo approccio estremamente aperto. Esattamente come Windows all’epoca del boom dei PC.

La libertà di installazione ha reso Windows ed Android le piattaforme dominanti

Non importava avere un hardware particolare o di un produttore specifico per installare il software di Microsoft, poiché era sufficiente che fosse compatibile. Per questo motivo c’erano PC di varie fasce, che potevano essere acquistati sia dalle persone comuni per uso casalingo che dai lavoratori per portare avanti il proprio business, con un’ampia gamma di soluzioni a disposizione che ha reso possibile una rapida diffusione dei PC e di Windows. Apple, confinata ad hardware specifico con prezzi sopra la media, ha dovuto cedere il passo.

Lo stesso sta accadendo nel mondo mobile: Android può essere installato su una quantità incredibile di dispositivi differenti e può essere modificato dai produttori per adattarsi alle loro esigenze (ed a quelle degli utenti), mentre iOS, Windows Phone e BlackBerry sono confinati su piattaforme specifiche.

Un fatto non secondario è la spirale che vede una piattaforma diffusa attirare gli sviluppatori, i quali creano applicazioni che rendono la piattaforma più interessante e la fanno diffondere così da attirare più sviluppatori che rendono la piattaforma… Questa è l’idea.

Il problema principale di Microsoft è la quantità (e la qualità?) delle applicazioni sui suoi Store. Lo stesso Steve Ballmer, in un video rimasto nella storia, inneggiava agli sviluppatori durante una conferenza di Microsoft. Come porre rimedio a questo problema?

La tentazione di utilizzare le app Android come pezza

Diciamolo chiaro e tondo: guadagnare dal successo altrui senza dover creare qualcosa da zero è una forte tentazione per chiunque (e spesso risparmia un sacco di lavoro inutile). A volte, però, la tentazione di utilizzare il lavoro di altri per “mettere una pezza” alla propria piattaforma non è una buona idea.

A BlackBerry non è andata molto bene

Ne è un valido testimone BlackBerry, che per risollevare le proprie sorti ha fatto ricorso ad un runtime Android integrato in BlackBerry 10 senza cavare un ragno dal buco. Certo, per l’utente la situazione può essere discretamente migliore se si dà accesso alle app della concorrenza sulla propria piattaforma, ma questo significa che gli sviluppatori non faranno nemmeno dei banali porting nativi preferendo la piattaforma concorrente compatibile. Perché ri-sviluppare qualcosa quando posso sviluppare le cose una volta sola?

Il problema è proprio qui: dare la possibilità agli sviluppatori di utilizzare le app Android su Windows e Windows Phone sarebbe un po’ come ammettere la sconfitta e far sì che le applicazioni native non arrivino mai sulle due piattaforme. Perchè riscrivere applicazioni o giochi complessi quando funzionano già così sulle piattaforme Microsoft?

 Windows Phone deve fare ancora parecchia strada per risultare un competitor credibile. Non è questione di preferenze od opinioni: Windows Phone fa fatica ad attirare l’attenzione degli utenti nel mondo.

Un’opzione che qualcuno sembra aver messo sul tavolo è addirittura l’abbandono completo di Windows Phone e la creazione di un fork di Android, similmente a quanto fatto da Amazon. Il problema sarebbe il medesimo, però: il nuovo “Windroid Phone” arriverebbe in secondo piano rispetto all’Android “vero”.

C’è poi il problema dell’installazione: come far installare le applicazioni agli utenti? Serve un metodo facile e rapido, equivalente a quello delle applicazioni native. Questo significherebbe dare spazio sul Windows (Phone) Store alle app Android oppure creare uno store parallelo. In ogni caso sarebbe un lavoro ciclopico che potrebbe non dare i frutti desiderati. Nel caso di Windows si potrebbe ricorrere a programmi già in commercio, come BlueStacks.

In ogni caso il problema rimane fisso: cosa potrebbe mai spingere gli sviluppatori a creare contenuti nativi quando potrebbero semplicemente sviluppare per Android e poi dare in pasto l’app anche agli utenti Windows (Phone)?

Tutto gira intorno ai servizi

Un altro problema di non secondaria importanza è quello dei servizi. In qualunque caso (fork di Android, app su Windows…) Microsoft dovrebbe far sì che gli utenti utilizzino i suoi servizi e si abituino ad essi. Una delle principali richieste che proviene dagli utenti Windows Phone è la possibilità di utilizzare i servizi di Google come su Android. Tanti vogliono continuare ad utilizzare Gmail, Google Calendar, YouTube, Google Maps e i tanti altri servizi come se fossero su Android. In quanti sono, però, a fare lo stesso per i servizi Microsoft?

Gli utenti Windows Phone vogliono Gmail

Fintantoché Microsoft riesce a convincere gli utenti ad utilizzare Outlook (ex-Hotmail), Bing, Bing Maps e gli altri servizi, si può affermare che guadagna qualcosa. Far entrare nella testa delle persone i propri servizi e renderli essenziali è una delle chiavi di volta dell’intero ecosistema mobile che Microsoft deve ancora riuscire a mettere al suo posto. Se ci riuscisse, allora potrebbe davvero convincere gli utenti ad acquistare i dispositivi che montano i suoi sistemi operativi, perchè a quel punto gli utenti riceverebbero in cambio del valore aggiunto.

Inoltre, convincere gli utenti di altre piattaforme (Android, iOS…) ad utilizzare i servizi Microsoft rende più facile il passaggio alle piattaforme di quest’ultima. Se uso già OneDrive (ex-SkyDrive), Outlook e gli altri servizi, mi troverò già a mio agio utilizzando Windows e Windows Phone.

Una scelta difficile (che potrebbe non arrivare presto)

Si parla di Windows 9 per Aprile 2015. Prima di tale momento tutto questo rimarrà pura speculazione. In ogni caso, Microsoft si trova di fronte ad un bivio di non poco conto. Anche se i Led Zeppelin in Stairway to Heaven dicevano “in the long run there’s still time to change the road you’re on” (“nel lungo termine c’è sempre tempo per cambiare strada”), questo potrebbe non essere vero per Microsoft in questo caso.

Qualunque decisione la società di Redmond prenderà sarà una scelta che impatterà pesantemente sul suo futuro nel mondo mobile (e non solo), potenzialmente cambiandone del tutto le sorti.

A mio avviso, la scelta di adottare Android in una qualsiasi forma è pura follia. Microsoft ha tra le mani un ottimo sistema operativo che necessita di aggiustamenti e di una maggiore frequenza di aggiornamento, oltre che dell’introduzione di funzionalità che oggi vengono considerate fondamentali e che sono ancora assenti (chi ha detto “centro notifiche”?). Ma rimane in ogni caso un’ottima base di partenza.

Microsoft ha le carte (e i soldi, contrariamente a BlackBerry) per competere con Android, dunque speriamo che non faccia questo patto scellerato col “nemico”. Ne avrebbe da guadagnare anche Android: maggiore competizione spingerebbe Google a innovare di più ed a cercare di dare qualcosa di più ai suoi utenti – una cosa che difficilmente può non esser vista di buon occhio.