Solo qualche giorno fa avevamo letto l’annuncio da parte di Samsung riguardo l’avvio della produzione di massa di memorie 3D V-NAND dalla capienza massima di 384 GB per dispositivi mobile. Oggi, invece, andiamo ben oltre questo valore arrivando fino ad 1 Terabyte (1.024 GB) grazie alle nuove memorie annunciate da Crossbar, un’azienda start-up Californiana che esiste dal 2010 e che è specializzata nella produzione di memorie estremamente capienti ma anche estremamente compatte.

Crossbar, in particolare, realizza nuove memorie ReRAM (Resistive RAM) che possono essere installate sulle schede madri dei futuri dispositivi mobile. Questo particolare tipo di memoria, che non è volatile (cioè non perde i dati quando il dispositivo viene spento o riavviato), risulta avere delle caratteristiche decisamente migliori rispetto alle attuali memorie NAND che troviamo a bordo di tutti i dispositivi attuali.

In comune con le memorie NAND hanno le dimensioni, che le conferiscono un’area di 200 millimetri quadrati. Per rendersi conto di quanto siano piccole e facilmente integrabili all’interno dei nostri smartphone e tablet, si pensi ad un rettangolo dalle dimensioni di 1 x 2 cm.

Naturalmente le ReRAM hanno indiscutibilmente dei vantaggi rispetto alle memorie NAND, vantaggi che fanno risultare queste ultime pressocchè obsolete:

  • Capacità più elevata: fino ad 1 TB di spazio su un singolo chip; più di 1 TB con una struttura a strati
  • Minor consumo di energia: estende la durata della batteria
  • Prestazioni più elevate: 20 volte più veloci in scrittura delle NAND
  • Facile integrazione nel SoC: semplice incorporamento su schede logiche
  • Maggiore affidabilità: 10 volte più durature delle NAND

Attualmente sono molte le aziende che stanno lavorando sulle ReRAM, e sono SK Hynix, Panasonic, HP ed altre. Sicuramente le ReRAM rappresenteranno il futuro delle memorie sui dispositivi mobile e molto probabilmente metteranno fine all’esistenza degli slot per microSD su smartphone e tablet. Con le memorie ReRAM da 1 TB ed oltre si avrà quindi non solo più capacità di memorizzazione ma soprattutto più velocità nell’esecuzione dei processi.

Non è ancora chiaro quando vedremo i primi prototipi sui dispositivi mobile ma tutto fa pensare che ci vorrà ancora molto tempo, purtroppo.

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