Dopo Google altri colossi statunitensi della tecnologia finiscono nel mirino dell’Unione Europea, in particolare quelli legati alle telecomunicazioni che godrebbero di eccessive libertà. L’Unione Europea giustifica questo comportamento con la necessità di regolamentare il mercato digitale europeo ma rischia di far allontanare i fornitori di servizi stranieri a discapito degli utenti europei.

La nuova “offensiva” sarebbe contenuta in un disegno di legge che verrà esaminato la prossima settimana dalla Commissione Europea, la stessa che ha nel mirino Google per concorrenza sleale. Sotto accusa ci sarebbero compagnie come Amazon, per la quale la Commissione sta valutando  il piazzamento dei banner pubblicitari e dei link pagati, oltre alla gestione dei dati personali degli utenti e alla portabilità dei contenuti verso altre piattaforme.

Tra le compagnie sotto esame troviamo anche Netflix che secondo l’Unione Europea opererebbe come un comune broadcaster pur offrendo servizi in streaming, sottraendosi così agli obblighi a cui devono sottostare le comuni emittenti. Anche Whatsapp e Skype, con i loro servizi di chiamate vocali finiranno sotto inchiesta, secondo il Financial Times.

Nei mesi scorsi Obama aveva accusato l’Europa di eccessivo protezionismo, motivando gli attacchi alle società americane con la scarsa competitività di quelle europee, mentre la Comunità Europea si difende sostenendo che i diritti dei consumatori vanno difesi. In tutto questo non vorremmo che a rimetterci fossimo proprio noi consumatori, visto che eventuali sanzioni e divieti porterebbero le società americane a chiudere molti servizi che stanno diventando ormai indispensabili.

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