Nell’ancora giovane mondo dei tablet, di recente Amazon ha causato un po’ di sconquasso lanciando sul mercato il suo Kindle Fire, un dispositivo dalle caratteristiche non di prim’ordine ma venduto ad un prezzo estremamente competitivo (199$), con un sistema Android ormai obsoleto ma fortemente rivistato e pensato avendo sempre in mente Amazon il suo business. Insomma, è l’introduzione del tablet economico, ma non più general purpose.Il Kindle Fire ha finora riscosso un ottimo successo, pur essendo distribuito per ora nei soli Stati Uniti.

Nella giornata di oggi, Amazon ha rilasciato i sorgenti della sua ultima creatura, e per quanto non tutte le parti del sistema del Kindle Fire siano state aperte al pubblico (in quanto non coperte da licenze open source), si tratta in ogni caso di un “malloppo” di ben 809 MB che la comunità degli sviluppatori indipendenti apprezzerà senza riserve. Il massiccio “tarball” è disponibile a questo indirizzo.

La versione di Android su cui si basa il Kindle Fire è la 2.3, e sarebbe interessante vedere come la comunità dei “cuochi” riuscirà a portare un po’ degli aggiornamenti e delle ottimizzazioni che sono stati fatti finora da Google per il suo OS mobile dall’uscita di Gingerbread ad oggi. Magari si riuscirà a superare anche diverse limitazioni, in particolare avere l’accesso all’Android Market, dato che nativamente il Kindle Fire è limitato al solo Amazon App Store, e l’installazione di tante applicazioni di Google che gli utenti Android hanno imparato ad usare ed apprezzare, come GMail e Maps.

Di encomiabile in Amazon è che ha sempre rilasciato i sorgenti dei suoi Kindle, sempre basati su versioni fortemente adattate di Linux (per cui l’adozione di Android è stata una conseguenza quasi naturale). Molti produttori, invece, sono molto restii a rilasciare i sorgenti dei loro dispositivi, spesso in sospetta violazione delle licenze open source che accompagnano talune parti del sistema.

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