Lo smartwatch di LG con connettività 3G avvistato presso la FCC statunitense potrebbe segnare l’esordio di un nuovo player nel mercato dei sistemi operativi per smartwatch: webOS. Il sistema operativo ex-Palm e ex-HP, ora nelle mani di LG, è stato finora impiegato con grande successo sulle Smart TV del produttore coreano, ma potrebbe ipoteticamente fare il salto verso i nostri polsi, se LG non vorrà adottare Android o un sistema scritto da zero per gestire lo smartwatch stand-alone che sembra in procinto di annunciare e lanciare sul mercato. Di primo acchito la cosa sembra avere poco senso, ma è davvero così?

Android Wear è fuori questione in partenza: la versione per dispositivi indossabili di Android non è infatti pensata per sfruttare una SIM e non può nemmeno essere modificata da LG perché è gestita al 100% da Google. A meno che LG non voglia utilizzare una versione completa di Android, con tutti i pregi ed i difetti di questa soluzione, dovrà quindi utilizzare un sistema terzo. Quali sono le possibili alternative?

  • Android, che deve essere adattato agli schermi ridotti degli smartwatch ma ha già dimostrato di non essere adatto in più di un’occasione;
  • Tizen, che però è utilizzato da Samsung e non verrà utilizzato da LG al 99.9% (anche perché LG non fa parte della Tizen Association);
  • webOS, che è interno a LG ed è già pensato per sfruttare l’hardware dei telefoni poiché nasce come sistema operativo per smartphone, ma ha bisogno di notevoli modifiche per essere adattato agli smartwatch;
  • un sistema operativo proprietario e sviluppato da zero, che però potrebbe risultare meno attraente rispetto alle alternative come Android Wear.

Modificare Android appositamente per uno smartwatch è già stato dimostrato che non è una mossa che funziona. Bisogna creare un app store alternativo, fornire supporto agli sviluppatori e cercarlo dagli stessi, modificare completamente un sistema che non è pensato per dispositivi così piccoli e con capacità così limitate. Si può fare, ma a che prezzo? i’m Watch, Omate e tantissimi altri hanno già dimostrato che la strada non è seriamente percorribile.

Un sistema operativo proprietario scritto da zero può essere una risposta, ma come dovrebbe essere? Parliamo di un sistema “stupido” come quello presente sulle smartband e su altri dispositivi, che renderebbero di fatto lo smartwatch una specie di Nokia 3310 da polso, oppure di un sistema più evoluto su cui installare le applicazioni? In quest’ultimo caso, perché non affidarsi ad un sistema già pronto e testato come webOS?

Ritengo, ma forse sono influenzato dalla mia passione per webOS, che sia proprio questo sistema il più sensato per LG, che prenderebbe due piccioni con una fava: il primo è lo sfruttamento ulteriore dell’investimento che ha fatto acquisendo la divisione webOS da HP, il secondo è la possibilità di imporre una propria piattaforma sul mercato, con la possibilità di controllarla al 100% senza dipendere da altri e di poter apportare tutte le necessarie modifiche nel corso del tempo. Un lusso che LG non ha mai avuto e che, se vuole crescere davvero nel panorama mobile, può e deve prendere in considerazione.

Il mercato dei dispositivi indossabili è ancora tutto da vedere e deve ancora crescere ed assestarsi, dunque c’è abbondante spazio per una nuova piattaforma. Forse non sarà webOS, ma quali alternative reali ha LG?