In questi giorni si è molto parlato di USB Type-C, dopo il caso sollevato dall’ingegnere di Google Benson Leung. Secondo Leung, infatti, i nuovi HTC 10 e LG G5 non rispetterebbero le specifiche imposte dall’uso della porta USB Type-C poiché questi dispositivi utilizzano il metodo di ricarica rapida Qualcomm Quick Charge 3.0. Cosa significa tutto questo? TuttoAndroid ha approfondito la questione, nel tentativo di fare chiarezza.

Innanzitutto cos’è la tecnologia Qualcomm Quick Charge? Si tratta di un metodo di ricarica rapida proprietario dell’omonima azienda produttrice di chip per il mondo mobile che sfrutta la possibilità di aumentare la tensione di ricarica (a valori superiori ai classici 5 V per una porta USB) in modo tale da incrementare la potenza trasmessa e quindi diminuire i tempi di ricarica; questa tecnologia è già stata implementata in molti dispositivi (per la gioia degli utenti) ed è arrivata oramai alla terza generazione.

usb-type-c-microusbAnche i nuovi flagship di casa HTC e LG (HTC 10 e LG G5) hanno deciso di implementarla, grazie alla presenza di chipset firmati Qualcomm; in questi due casi, però, i produttori hanno implementato anche la nuova USB Type-C, abbandonando la vecchia strada della porta micro USB.

Leggendo le specifiche dell’USB Type-C si viene a conoscenza di un particolare non di poco conto: queste specifiche (nella sezione 4.8.2) vietano a tecnologie di ricarica proprietarie di modificare la tensione, e questo è proprio quello che Qualcomm Quick Charge fa per diminuire i tempi di ricarica. Questo aspetto, però, merita una precisazione: l’USB Type-C non vieta l’uso di tensioni più elevate (che possono essere sostenute dal connettore), a patto che vengano utilizzati sistemi di ricarica non-proprietari (di tipo aperto come il Power Delivery).

spec type c

Risulta quindi chiaro come il metodo proprietario Qualcomm Quick Charge, implementato in dispositivi che utilizzino l’USB Type-C, non rispetti le specifiche richieste da questo tipo di porta, specifiche che di per sé non sembrano basarsi su vincoli tecnici (visto che i limiti di tensione non sono dovuti a limiti fisici, e il Power Delivery stesso supporta tensioni più elevate) bensì sembrerebbero basarsi su interessi di altro tipo (come l’escludere le tecnologie proprietarie per creare uno standard più aperto).

La scelta che il produttore – ma anche lo stesso consumatore – si ritrova a compiere comporta due strade alternative: utilizzare un certo componente seguendone le specifiche o decidere di agire secondo il proprio credo, magari basandosi su analisi e prove svolte personalmente.

Ovviamente queste due strade implicano conseguenze differenti: ad esempio, se decido di non seguire le specifiche di uno standard, ma decido allo stesso tempo di utilizzare tale standard, all’insorgere di una qualsiasi problematica legata alla mia scelta devo assumermi le mie responsabilità; tuttavia, i colossi tecnologici coinvolti in questo nostro approfondimento hanno deciso di seguire altre strade, che inducono alla conclusione ufficiosa: “non è un problema nostro”.

Qualcomm ha deciso di rilasciare una dichiarazione nella quale afferma che la tecnologia Quick Charge 3.0 è progettata per essere indipendente dal tipo di connettore utilizzato, e lascia al produttore del dispositivo il compito di configurare le tensioni in modo tale che queste rispettino le specifiche del connettore stesso.

Questa dichiarazione non sembra risolutiva, in quanto non fa altro che demandare le responsabilità ai produttori e al modo in cui decidono di coniugare connettore e tecnologia di ricarica. Qualcomm sceglie la via breve declinando ogni responsabilità.

Abbiamo deciso di interpellare direttamente le divisioni italiane di HTC e LG, a questo punto, per cercare di chiarire la situazione con qualche semplice domanda: i vostri dispositivi seguono o meno le specifiche previste dall’USB Type-C? Se sì, come riescono ad implementare la ricarica rapida senza modificare il valore della tensione? Se invece la sezione 4.8.2 delle specifiche non viene seguita, sono state eseguite prove e test per garantire la completa sicurezza del sistema? In caso di problemi legati alla modifica del valore di tensione chi viene ritenuto responsabile? I consumatori possono stare tranquilli?

Anche in questo caso, però, le risposte che abbiamo ricevuto non chiariscono la faccenda; entrambe le aziende, infatti, sembrano non avere nulla da dichiarare, e addirittura sembra che HTC non consideri la vicenda un suo diretto problema. Ci troviamo di fronte nuovamente a una “non risposta”, un po’ come quella di Qualcomm, per un problema che sebbene non sia qualcosa di grave (si tratta più di una questione morale che tecnica) richiederebbe una risposta chiarificatrice e certa per i consumatori.

Chi ci perde, quindi, sono i consumatori, che ancora non hanno in mano una risposta chiara, senza la quale possono venir avanzati dubbi sulle possibili conseguenze dell’inosservanza delle specifiche derivata dal connubio tra Quick Charge 3.0 e USB Type-C implementato in questi nuovi dispositivi.

In conclusione possiamo ritenere che HTC e LG abbiano svolto i test necessari per garantire la sicurezza del sistema e considerare che le specifiche sembrino imporre limiti legati ad altri interessi piuttosto che a vere e proprie limitazioni fisiche (senza considerare l’ovvia presenza di una garanzia su questi prodotti). Speriamo dunque che questo “problema” non comporti alcun tipo di conseguenze per gli utilizzatori, e che le aziende abbiano attuato ogni mossa possibile per garantire questo.

Noi non mancheremo di aggiornarvi in caso di novità, o nel caso in cui le due aziende decidano di rilasciare qualche commento sulla vicenda. Vi lasciamo però con una domanda: le richieste di una specifica andrebbero sempre seguite oppure no?