Nel corso del recente Google I/O il colosso di Mountain View ha svelato le sue strategie per semplificare le nostre vite connettendo tutti i dispositivi che caratterizzano le nostre vite. Da Android Auto ad Android Wear, passando per Android M ed arrivando a Project Brillo, Google ha una soluzione per comunicare con il mondo che ci circonda.

Big G non è pero la sola ad avere questi piani di controllo globale e deve guardarsi da un astro nascente come Huawei, che già in passato ha fatto affermazioni audaci in merito. Le nuove strategie del produttore cinese sono emerse nel corso di un’intervista rilasciata da Shao Yang, presidente del settore strategie di mercato di Huawei.

“Google è un buon punto di partenza.” Così esordisce Yang, che rivela la voglia di globalità che caratterizza da sempre Huawei. La maggior parte delle compagnie cinesifaticano a guardare oltre i confini del proprio paese, considerandolo l’unico mercato possibile. Huawei starebbe per avviare la seconda fase della strategia mobile, che prevede che tutto sia connesso, a prescindere dalla presenza di uno smartphone.

Il produttore cinese è forte di una enorme esperienza nel settore delle infrastrutture di rete,  campo nel quale è diventato da anni leader del mercato. Huawei mira a creare una serie di gruppi dedicati ai vari segmenti del mercato, come indossabili, domotica, veicoli connessi e altro, ognuno composto da produttori esperti del settore. Il numero delle compagnie ammesse alle tavole rotonde, come ama definirle Yang, sarà limitato.

INterpellato su quali potrebbero essere i partner di Huawei, Yang ha affermato di voler iniziare da Google, piuttosto che rivolgersi a compagnie cinesi. Nei giorni scorsi abbiamo parlato di LiteOS, la soluzione di Huawei per l’Internet delle cose, che andrebbe in conflitto con Project Brillo di Google. Molti dei servizi di Google sono inoltre banditi dalla Cina, Gmail e Google Search in primis, ma questo non sembra frenare Huawei, il cui scopo è quello di affermarsi a livello globale. Sembra quindi sempre più plausibile che la collaborazione possa partire dalla realizzazione di uno dei prossimi Nexus, come vorrebbero le voci di corridoio.

Huawei non vuole proporsi come il leader assoluto di ogni tavola rotonda, sottolineando che questa è la pratica comunemente adottata da Apple. Huawei vuole solo fare parte dell’elite che potrà cambiare il nostro futuro e il modo in cui tutte le cose si interconnetteranno. La storia del produttore cinese nel settore degli smartphone è molto breve, visto che il business è iniziato solo 5 anni fa, ma alle spalle ci sono oltre vent’anni di esperienza ne settore delle telecomunicazioni.A partire dalle reti 3G Huawei è diventata un punto di riferimento nello sviluppo delle infrastrutture di rete, posizioni consolidata con le reti 4G. Attualmente oltre il 50% delle reti 4G europee usa dispositivi prodotti da Huawei.

Dallo scorso anno Huawei ha iniziato a creare il proprio ecosistema di prodotti, partendo dai primi indossabili prodotti in casa ed iniziando ad espandersi in altri settori. Ora, afferma Yang, “colossi come Mercedes sono felici di intavolare una discussione con noi“, perché on vogliamo diventare produttori di auto, semplicemente integrare le nostre soluzioni. Allo stesso modo Huawei non intende produrre dispositivi per la domotica ma preferisce affidarsi agli esperti del settore.

Il produttore cinese non ha ancora stabilito un piano temporale per la creazione dei gruppi di esperti in quanto l’operazione richiede una accurata pianificazione. Yang conclude affermando che nella prima fase del business del settore smartphone il successo era legato alle pure specifiche tecniche, mentre nella seconda fase vincerà chi riuscirà a connettere il proprio smartphone al maggior numero di dispositivi, fornendo un’esperienza d’uso omogenea in ogni situazione.

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