La notizia non è recente – risale a più di un mese fa, il 31 Ottobre – tuttavia sono fermamente convinto che valga la pena spendere due parole sulla questione anche e soprattutto visti gli sviluppi avuti recentemente in ambito legale. Prima di tutto, però, vorrei fare un piccolo excursus su una questione non di poco conto: chi è HTC?

HTC: chi, dove, quando

HTC è un produttore taiwanese di smartphone e tablet, fondato nel 1997 da Cher Wang, HT Cho e Peter Chou. Il passaggio a produttore di palmari avvenne nel 1998, dopo un’iniziale produzione di notebook. Nella sua breve storia, HTC è stata in grado di arrivare per prima con numerose innovazioni che vanno dal primo smartphone con software Microsoft (2002) al primo telefono con software Microsoft con radio 3G (2005), fino al primo dispositivo Android (il T-Mobile G1/HTC Dream, 2008) e al primo dispositivo Android con radio 4G (2010). HTC è stata tra le prime aziende al mondo a creare smartphone con schermo touch e si è occupata di creare prodotti di largo successo come il Palm Treo 650 e larga parte della serie iPAQ di HP. In passato l’azienda ha prodotto solamente smartphone basati sulla piattaforma Windows Mobile, a cui però è stata dedicato sempre meno spazio con l’arrivo di Android. Ad oggi, HTC è tra i primi produttori di telefoni al mondo dopo Apple e Samsung. I suoi prodotti variano dai telefoni Android di fascia media (Wildfire) fino alla fascia altissima (Sensation, Sensation XL), ai tablet (Flyer), ai telefoni Windows Phone 7 (Radar e Titan). Il tasso di soddisfazione dei prodotti HTC è tra i più alti in assoluto, subito dopo Apple.


Un successo inaspettato?

Per molti versi è strano pensare come una compagnia nata nel 1997 e inizialmente senza alcuna conoscenza in ambito mobile sia poi riuscita a diventare un produttore più importante di colossi come Motorola (che, ricordiamo, ha inventato il telefono cellulare) e Nokia (la quale ha inventato lo standard GSM). Tuttavia, pensando un attimo a cosa ha offerto da sempre HTC, non stupisce vederla ai vertici. Senza voler essere eccessivamente di parte (possiedo un HTC Desire Z) e cercando di mantenere un buon grado di obiettività, si può dire che i prodotti HTC sono sempre stati ben distinguibili per la loro qualità e per la cura posta in essi – spesso ben superiori a quanto riscontrabile in altre marche. La generale qualità dei telefoni HTC è sempre stata uno dei punti forti dell’azienda, la quale inizialmente era più concentrata su un pubblico business rispetto ad un pubblico vasto – poichè fino a non molto tempo fa era la sola utenza business a necessitare di collegamento ad Internet in mobilità, controllo delle mail costante e tutte quelle funzioni peculiari degli smartphone. Parafrasando una famosa frase di un manager HP: “perchè mai la gente avrebbe bisogno di uno smartphone?” Tuttavia i capisaldi di quanto ora HTC propone sul mercato sono sempre stati lì: qualità, attenzione all’utente, affidabilità. Anche dal punto di vista di quanto proposto con gli smartphone venduti non è mutato molto: touchscreen, tastiera QWERTY per l’utenza business, buona qualità costruttiva, solidità dei dispositivi. Con il boom degli smartphone, nato dopo il 2007 con l’uscita dell’iPhone, HTC si è vista prospettare la possibilità di entrare in un mercato molto più ampio di quello in cui già operava e – ovviamente – molto più remunerativo. L’esperienza acquisita col tempo è servita da base per costruire l’azienda attuale, leader nel mercato consumer e leader nell’innovazione nel mercato mobile.
Per questi motivi il successo ottenuto dalla compagnia taiwanese non è del tutto inaspettato, anche se ciò che è stato esposto è – ovviamente – solo una parte dei motivi che hanno portato HTC ad essere ciò che è oggigiorno, ma è un buono spunto di riflessione per capire i motivi di un successo che, in fondo, non è inaspettato come avrebbe potuto esserlo per compagnie come Apple.

Primo produttore negli USA

La storia di successi avuta da HTC non riempie tuttavia le lacune nella risposta alla domanda “perchè HTC è divenuta primo produttore negli USA?”. La ragione di questo successo è da ricercarsi, a mio personale parere, nelle condizioni in cui si è trovata HTC nel 2008 e nell’evoluzione del mercato mobile negli ultimi 3 anni, insieme alla particolare situazione del mercato mobile statunitense. Particolare situazione che vuole, oltre alla presenza di due differenti standard di comunicazione cellulare (CDMA e GSM), largamente utilizzata la pratica di acquistare il cellulare a prezzi molto bassi ( talvolta anche 1 centesimo di dollaro!) in concomitanza con un contratto solitamente biennale con l’operatore telefonico; il telefono funziona solo ed esclusivamente sulle reti dell’operatore originario se non si tratta telefoni particolari (ad esempio il Motorola Droid 2 Global), dunque si è “legati mani e piedi” con l’operatore scelto. Nel caso in cui non si effettui l’acquisto assieme ad un piano telefonico, è possibile in ogni caso comprare nuovi dispositivi presso l’operatore con sconti notevoli rispetto alle versioni “SIM-free” cui siamo abituati in Italia. Il basso costo dei telefoni permette tuttavia un ricambio abbastanza continuo da parte degli utenti, che sono continuamente invogliati a sperimentare nuovi dispositivi e a cambiare il proprio. È proprio questo aspetto a far sì che siano i produttori più diffusi tra gli operatori e che offrono più modelli ad ottenere più successo: è con questo punto che ci ricolleghiamo alla situazione di HTC nel 2008.
L’iPhone di Apple era appena uscito e aveva subito spopolato, Android era ancora più sulla carta che nei fatti. T-Mobile e HTC annunciano però il T-Mobile G1, noto in Europa come HTC Dream, ovvero il primo telefono con sistema operativo Android. Il successo non è immediato, ma HTC viene portata agli onori della cronaca come il primo produttore di telefoni Android e come produttore di telefoni Android rimane nella mente della gente. Trascorre del tempo, e la situazione cambia: Android accoglie sempre più consensi sia dagli sviluppatori che dal pubblico e comincia la scalata verso il vertice in un mercato dominato da BlackBerry e iOS. HTC propone soluzioni innovative e sempre al passo coi tempi: il Desire è il telefono dell’anno 2010, ma è il supporto allo standard 4G LTE a dare ad HTC la possibilità di sfondare realmente grazie ad un primato. La grande varietà dell’offerta e la grande capacità dimostrata da HTC di saper proporre dispositivi per ogni operatore e con ogni tipo di connessione (CDMA, GSM, WiMAX, 3G, 4G…) la rendono un brand di successo; non è da dimenticare la sensazione di “premium” che gli utenti hanno sempre sperimentato coi telefoni di questo brand – sensazione data sia dal “prezzo premium” sia dalla qualità costruttiva e dalla cura sia per l’hardware che per il software superiore alla media degli altri produttori. Quest’opinione è appoggiata anche da Chris Jones, dell’agenzia di analisi di mercato Canalys:

However you count it, HTC has become a deserved leader in the US smart phone market. This is an awesome achievement for HTC, which has built a premium brand in a highly competitive market in just a few short years. It now has a strong range of 4G Android products, with devices ranged by each of the major carriers, and offers some of the most compelling and differentiated products found on the platform today.

Comunque guardi la cosa, HTC è diventata meritatamente leader nel mercato statunitense degli smartphone. Questo è un ottimo traguardo per HTC, che ha costruito un brand “premium” in un mercato altamente competitivo in pochi, brevi anni. Ora ha una forte linea di prodotti Android con connettività 4G, con dispositivi venduti da ognuno degli operatori maggiori, e offre tra i prodotti più convincenti ed originali che si trovano sulla piattaforma [Android] oggi.

 

Se HTC diventa il primo produttore di telefoni negli USA…

… significa che è possibile mettere in relazione questo successo con tutti gli elementi esposti prima ed evidenziare come sia grazie a due fattori principali che si è determinato il successo. Il primo fattore è la già citata qualità “premium” offerta all’utente, mentre il secondo fattore è l’adozione del sistema operativo Android. Senza Android HTC non avrebbe ottenuto i risultati che ha invece raggiunto, tanto che Peter Chou ha dichiarato:

You see, Android is a money printing machine, and those who don’t jump on the Android bandwagon will get steamrolled by those who do.

Vedi, Android è una macchina stampa soldi, e quelli che non salteranno sul treno di Android saranno travolti da quelli che l’han fatto.

Ciò che ha reso di successo HTC è un fatto molto semplice: la possibilità di scelta. Possibilità non offerta da altri produttori e da altre piattaforme, ma che con Android è divenuta una realtà. Il motivo del successo strepitoso di HTC è proprio da ricercarsi nella grande scelta di dispositivi offerta agli utenti finali in un mercato sempre in evoluzione ma fondamentalmente stagno all’arrivo di Android, con iOS e BlackBerry a spartirsi una torta immensa.
Non resta che complimentarsi con HTC e augurarsi che la possibilità di scegliere non sia mai negata a noi utenti che, d’altra parte, possiamo solo scegliere tra ciò che i produttori ci vendono e che sempre di più tende verso la chiusura totale se si guarda all’infuori di Android.