Il mercato dei processori per il mondo mobile è decisamente stagno: per quanto ci siano numerose novità proposte da decine di produttori differenti, il problema principale sta nel fatto che l’architettura ARM ha da anni stabilito un dominio incontrastato pari a più del 95% del mercato. Le restanti briciole sono in mano a Intel e, in minor parte, da MIPS. Ma chi è MIPS e perché sta tornando in auge?

MIPS Technologies è una società fondata da John L. Hennessy nel 1984 come naturale prosecuzione dell’attività di progettazione di processori RISC (Reduced Instruction Set Computer) all’Università di Stanford. La società si è imposta da subito per la semplicità del design dei suoi processori e per l’alta efficienza degli stessi. Fino ai primi anni 2000 i processori MIPS sono stati integrati nelle workstation grafiche (note sono soprattutto quelle di Silicon Graphics) e avevano prestazioni paragonabili e/o superiori alle CPU x86 dei tempi. Alcuni esempi di processori MIPS impiegati in prodotti di larga diffusione: Nintendo 64, PlayStation, PlayStation 2 e PSP.

I processori MIPS sono anche spesso utilizzati nei corsi universitari per mostrare il funzionamento delle CPU e per imparare la programmazione in linguaggio assembly, resa molto più semplice dal ridotto set di istruzioni proprio delle architetture RISC.

Dopo la morte dei processori per applicazioni generiche, MIPS è rimasta molto attiva nel campo embedded: tantissimi router e switch integrano processori MIPS. Con la diffusione del mobile, però, è nata un’opportunità interessante che l’azienda avrebbe potuto cogliere. A causa della diffusione dei processori ARM, la via per il successo non è semplice – ma nemmeno impossibile.

Recentemente, MIPS Technologies è stata acquisita da Imagination Technologies – la stessa delle GPU PowerVR impiegate, tra gli altri, su iPhone e iPad. La società britannica ha voluto rilanciare l’architettura MIPS nel mondo mobile e l’ha fatto presentando diversi nuovi processori – gli ultimi sono stati presentati al Mobile World Congress.

Si tratta di soluzioni in grado di competere, in quanto a prestazioni, con le soluzioni ARM di ultima generazione. Il top di gamma è il processore MIPS Warrior P5600, una CPU a 32 bit che opera a frequenza fino a 2GHz e ed è prodotto a 28nm.

Tra gli aspetti notevoli di questa CPU abbiamo un’area inferiore del 30% rispetto alla concorrenza ARM con prestazioni paragonabili, con consumi inferiori e supporto a istruzioni SIMD (Single Instruction, Multiple Data: istruzioni che manipolano più dati con una sola istruzione) a 128 bit, virtualizzazione e estensione dell’indirizzo fisico. Quest’ultima permette di utilizzare fino a 1TB di RAM anche se il processore è a 32 bit.

Le prestazioni della nuova generazione sono pari al doppio della precedente, dunque c’è stato incremento davvero notevole. Il salto generazionale porta anche MIPS a voler competere più direttamente con ARM non solo nei settori in cui tradizionalmente è forte (apparecchiature di rete e, in generale, mercato embedded), ma anche nel mercato mobile per cui sembra esser stato specificamente pensato questo nuovo processore.

I primi prodotti con il nuovo processore esordiranno nel primo trimestre del 2015. I tempi di arrivo sul mercato dal momento dell’annuncio del progetto sono infatti di circa 12-15 mesi, a differenza dei casi in cui l’azienda che progetta i chip è anche la stessa che li produce (o si occupa di gestire la produzione). Imagination mantiene in questo caso la stessa linea che ha tenuto con le sue GPU.

Inutile dire che una sana concorrenza ad ARM non può che far bene. Imagination si è un po’ sbilanciata con grandi proclami riguardo il successo della piattaforma Warrior P, ma finora non è stato ancora annunciato in via ufficiale alcun partner di grosso calibro che potrebbe effettivamente mutare le sorti di MIPS e della sua gamma di CPU nel settore mobile.

Cosa potrà venire fuori da questo aggressivo ingresso nel mercato di smartphone e tablet da parte di MIPS non è ben chiaro, ma se la società riuscisse a trovare anche un solo partner di medio-grosso calibro (penso a MediaTek, Rockchip, Allwinner) potremmo vedere finalmente un po’ di seria competizione che vada oltre l’attuale duopolio ARM-Intel.

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