Con il lancio di Moto X, tutti hanno lodato la funzionalità introdotta di poter gestire ed usare il device tramite i comandi vocali, che consentono allo smartphone di risponderci dopo aver pronunciato una certa frase; un problema poteva però insorgere (anche se con una bassissima possibilità) nel caso in cui più utilizzatori di Moto X si ritrovassero nella stessa stanza, con il rischio per una persona di attivare diversi device (anche se è necessaria una certa somiglianza nella voce).

Così, con il nuovo Moto X – quello presentato da poco – , Motorola ha introdotto un sistema in grado di rilevare la posizione della sorgente vocale che ha emesso il comando. Google, con un brevetto del 4 settembre denominato “rilevare lo scopo di una domanda dell’utente”, va ad affrontare le stesse funzionalità del nuovo Moto X, facendoci presumere come il sistema possa venir implementato in tutti i device Android: e fin qui tutto bene.

Peccato però che, continuando a leggere il brevetto, si scopra come i protagonisti del sistema non siano solamente i microfoni, ma anche le fotocamere, con l’uso di foto e video (anche se non sappiamo ancora come effettivamente funzioni il sistema).

Voi cosa ne pensate? Credete che questo sistema potrebbe essere troppo invadente e potenzialmente pericoloso?

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