La Commissione Europea ha espresso il suo parere sul lavoro svolto da Google ed Apple in questi mesi per risolvere il problema delle applicazioni con acquisti in-app spacciate per “gratis” quando, di fatto, spesso non lo sono. Nelle dichiarazioni viene condannata Apple, mentre Google riceve i complimenti della Commissione per i cambiamenti messi in atto finora e che saranno messi in atto nel corso dei prossimi mesi.

Queste le parole utilizzate dalla Commissione per quanto riguarda Google:

Questi [cambiamenti] includono il non utilizzare la parola “gratis” per nulla quando i giochi contengono acquisti in-app, lo sviluppo di linee guida per gli sviluppatori orientate a prevenire l’esortazione diretta ai bambini come definito dalla legge europea e le misure temporali per aiutare a monitorare le apparenti falle delle leggi europee sui consumi. [Google] ha anche adattato le sue impostazioni predefinite per far sì che i pagamenti siano autorizzati prima di ogni acquisto in-app, a meno che il consumatore non scelga attivamente di modificare queste impostazioni.

Cambiamenti che abbiamo visto avvenire nel corso di questi mesi: è sparita la dicitura “gratis” sul Play Store, sia nella versione web che sull’applicazione, e gli acquisti in-app delle applicazioni Android sono segnalati direttamente e in chiaro quando si scarica un’applicazione.

Dall’altro lato, invece, Apple viene ripresa:

Anche se, purtroppo, non sono state finora messe in campo soluzioni concrete ed immediate da parte di Apple per eliminare le preoccupazioni collegate in particolare con l’autorizzazione al pagamento, Apple ha proposto di sistemare questi problemi. Tuttavia, non sono stati forniti alcun impegno concreto e alcuna tempistica per l’implementazione di tali possibili cambiamenti futuri. Le autorità CPC continueranno a collaborare con Apple per assicurarsi che essa fornisca dettagli specifici sui cambiamenti richiesti e che ponga le sue pratiche in linea con la posizione comune.

Apple ha già affermato che è “leader nell’industria per il parental control” e che queste preoccupazioni sono infondate, ma per la Commissione Europea non basta. Vedremo nel corso dei prossimi mesi come si evolverà la situazione.

Nel frattempo, dovremo abituarci a non vedere più la dicitura “gratis” sul Play Store quando installeremo un’applicazione, anche se poi effettivamente sarà gratuita. Anche se può sembrare una mossa di ripiego, per una volta siamo noi consumatori a vincere: è ora di dire basta ad applicazioni spacciate per gratuite quando non lo sono realmente perché propongono acquisti in-app. D’ora in avanti chiunque saprà chiaramente che sì, il primo download è gratis, ma il resto no. È ora di finirla con questi trucchetti di bassa lega per macinare danaro alle spalle degli utenti.

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