Google contro Oracle, la lotta per i diritti sul codice che sta alla base di Android non sembra avere fine. La battaglia legale tra i due colossi statunitensi non ha ancora trovato una risoluzione e, dopo una iniziale vittoria di Google, il verdetto è stato ribaltato a favore di Oracle in appello. Ora l’azienda di Mountain View ha deciso di giocare l’ultima carta a sua disposizione, ovvero il ricorso diretto alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

Non sappiamo ancora se quest’ultima accetterà il caso ma, se dovesse farlo, si troverà di fronte una situazione assai spinosa il cui esito potrebbe modificare il futuro dell’informatica. La disputa tra le due aziende riguarda infatti la possibilità da parte di una software house (in questo caso Oracle) di brevettare – e dunque far pagare – del codice definito “funzionale” e, a detta di Google, non frutto di lavoro creativo (in questo caso le API Java al centro del contendere).

La cifra richiesta per l’utilizzo delle suddette API è stata stimata in circa 1 miliardo di dollari. A detta di Google, l’intero progetto Android non sarebbe potuto nascere se le licenze non fossero state libere. Il monito è dunque chiaro: se verranno modificate le leggi tantissime piccole realtà saranno costrette a chiudere i battenti in futuro.

Per approfondire l’argomento Oracle vs Google vi consigliamo di dare un’occhiata ai nostri articoli precedenti.

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