La creazione di un ecosistema può passare anche per la creazione fisica del proprio hardware? Così sembra pensarla una fonte anonima, in contatto con un membro di un “team di programmazione” interno a Google, che ha rivelato dettagli interessanti ad Android Invasion. Secondo le indiscrezioni, Google starebbe preparando nientemeno che la propria gamma di CPU e GPU per il mercato mobile – quasi senza ombra di dubbio specificamente per i Nexus, forse anche per altri produttori. La “Google experience” verrebbe estesa dunque anche all’hardware, con la compagnia di Mountain View impegnata non più solo nel design e nell’implementazione del software ma anche nella progettazione e nell’implementazione dell’hardware su cui Android andrà poi ad operare.

Anche se, per ovvi motivi, Google non ha commentato a riguardo, se la notizia si confermasse veritiera si avrebbe l’equivalente di una bomba nucleare nel settore: Google, da sempre impegnata nello sviluppo di soluzioni prettamente software, diventerebbe concorrente anche di quei produttori da sempre impegnati nell’hardware e che hanno finora fortemente sostenuto Android (tra tutti: Qualcomm, Texas Instruments, Broadcom, Samsung).

Se queste indiscrezioni si mostrassero qualcosa di più che un esile filo di fumo e trovassero conferma nel prossimo futuro, l’augurio che possiamo farci è che Google decida di non sconvolgere del tutto i delicati equilibri del mercato mobile ma approcci la questione in maniera tale da introdurre una “rivoluzione silente” e proporre hardware open source senza andare in conflitto con le attuali forze in gioco. Già l’acquisizione di Motorola ha avuto un effetto tsunami notevole e ha diffuso dubbio e sospetto tra i partner di Google, lasciatisi trasportare dai commenti negativi di Microsoft e di altre compagnie concorrenti, ma un annuncio di questa portata potrebbe portare realmente a una “sommossa” contro Mountain View con possibili – e comprensibili – accuse di voler espandere la propria area di influenza troppo al di là del dovuto.


La speranza che si può nutrire per noi utenti, al di là delle complicate e delicate meccaniche del mercato, è che Google realmente stia progettando dell’hardware che possa poi essere spremuto al 100% dagli sviluppatori di ROM senza bisogno di attendere i driver proprietari da parte di Google stessa. Per fare un parallelo con il mondo Linux desktop, è possibile utilizzare le schede video nVIDIA e AMD senza driver proprietari, ma è necessario rinunciare a molte funzionalità: solo recentemente è stato introdotto il supporto all’accelerazione hardware anche nei driver open, senza tuttavia arrivare al livello prestazionale raggiunto dai driver closed source. Le schede video integrate Intel, invece, godono di un ottimo supporto su Linux per via del rilascio con licenza open source dei driver da parte della società di Santa Clara. Simile meccanica potrebbe verificarsi nel momento in cui Google decidesse – come sempre ha fatto finora in tutti gli ambiti – di intraprendere una strada open anche nel caso in cui entrasse nel mercato dell’hardware: grazie al rilascio del codice sorgente dei driver sarebbe enormemente più semplice creare ROM stabili, pienamente funzionanti e in grado di ottenere le massime prestazioni dall’hardware.

È possibile che Google, tra i tanti segreti che custodisce nei suoi laboratori segreti, stia sviluppando anche dell’hardware? A nostro parere è probabile, anche se non ci è dato sapere se e quando verrà dato l’annuncio ufficiale – ricordate però che siamo nella settimana del CES e che a Febbraio ci sarà il Mobile World Congress a Barcellona, quindi le occasioni certo non mancheranno!