Deutsche Forschungszentrum für Künstliche Intelligenz GmbH (DFKI), questo è il complicato nome dell’istituto di ricerca tedesco che ha ricevuto un ingente investimento da parte di Google che in cambio ha ricevuto la possibilità di partecipare al direttivo dell’ente no-profit tedesco.

Google non è la sola compagnia prestigiosa ad aver appoggiato finanziariamente il DFKI che tra gli investitori annovera multinazionali come Deutsche Telekom, Microsoft, Intel, BMW, SAP e Airbus Group ma anche Claas e John Deere, aziende produttrici di mezzi agricoli. L’istituto tedesco si occupa di ricerche sull’intelligenza artificiale e può disporre di un budget di 41 milioni di dollari per il 2015.

Per Google si tratta di una mossa strategica, visto che avrà la possibilità di conoscere in anteprima le tecnologie che potrebbero avere un elevato commerciale, ponendosi in una condizione di vantaggio rispetto ai concorrenti che dovranno invece condurre le proprie ricerche nel campo dell’intelligenza artificiale.

Per DFKI l’investimento di Google può significare la possibilità di vedere i frutti della propria ricerca finire sul mercato globale all’interno dei prodotti attuali. L’istituto tedesco si dichiara certo di poter rivoluzionare il funzionamento del settore mobile grazie ad una nuova generazione si sistemi di intelligenza artificiale in grado di operare autonomamente.

Anche Andy Rubin, fondatore di Android, è convinto che il futuro della tecnologia debba passare per l’intelligenza artificiale, che sarà la prossima frontiera in modo particolare per quei dispositivi elettronici che non dispongono di un display, come una lavastoviglie. Secondo Rubin la robotica e l’automazione saranno sempre più integrate nelle nostre vite, e potranno “ricevere” l’intelligenza grazie alla connessione con il cloud.

Lo stesso Rubin ha lasciato Google per avviare una incubatrice di startup chiamata Playground che ha investito in società dedicate a progetti evoluti come la realtà aumentata. A margine di un intervento al Code/Mobile Rubin ha espresso soddisfazione per come Google ha gestito il fenomeno Andorid, facendolo diventare un sistema operativo aperto anche se è preoccupato per il duopolio iOS / Android che potrebbe portare ad una stagnazione dell’evoluzione, visto che i due sistemi procedono su binari paralleli nel loro sviluppo.

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