Fu Mark Shuttleworth in persona ad annunciare Ubuntu per smartphone ai primi di Gennaio, con una mossa a sorpresa che colse tutti impreparati. Ora abbiamo finalmente, dopo quasi due mesi, avuto occasione di testare con mano il prodotto del lavoro di Canonical. E dobbiamo dire che, in effetti, non è male.

Anche se amo Android e molte delle sue caratteristiche, tra cui i widget, sono di mente aperta e cerco sempre di provare cose nuove (webOS e Windows Phone, per dirne due). Ubuntu è un’esperienza del tutto nuova che può portare un po’ di disorientamento negli utenti Android, almeno di primo acchito. Il sistema viene controllato tramite gesture, ma molte di queste non sono intuitive o richiedono una spiegazione prima di poter essere usate. Esempio pratico: per sbloccare lo schermo bisogna fare uno swipe verso sinistra. Non c’è scritto da nessuna parte. Difetto di gioventù, è evidente.

Al momento attuale Ubuntu è ancora in fase fetale – non è nemmeno un neonato – e c’è ancora tantissimo sviluppo da fare. Ciò che è stato fatto finora, però, è apprezzabile. Bastano pochi minuti per rendersi conto che Canonical ha tirato fuori un design con gli attributi ed una user experience che non ha niente da invidiare ai concorrenti. Dopo pochi attimi – e dopo qualche spiegazione dal buon Ugo allo stand di Canonical – tutto mi è sembrato naturale, come se avessi sempre usato il sistema.

Il menù a sinistra è qualcosa di già visto (e meno male, un elemento di continuità serve), ma tutto il resto è nuovo di zecca. Uno swipe dal basso e compare il menù dell’applicazione, che offre tutte le opzioni se clicchiamo sul pulsante che compare al centro; per chiudere un’app bisogna per forza passare da qui, almeno per ora. Uno swipe da destra e passiamo all’applicazione che stavamo usando in precedenza. Uno swipe dall’alto e voilà, ecco la tendina con notifiche ed impostazioni. Questa è forse la cosa mi è piaciuta di più e che, pur riprendendo Android, migliora il concetto già ottimo. Giù il cappello.

Usare Ubuntu al momento è come prendere la Metro 5 a Milano: bellissima, e vedere il tunnel davanti che sfreccia fa anche un certo effetto (positivo e spettacolare). Però poi si guarda il cartello con le fermate della linea e si vedono tutte le fermate da Zara a San Siro tratteggiate. È un lavoro ancora in divenire, quindi ci sono ottime aspettative per il futuro. Come una metropolitana che ha appena aperto ma non è ancora completa, si vede che è veloce e bella, tutta scintillante e moderna – e in più si sa che in futuro diventerà ancora migliore.

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Beh, direi che per ora un bell’otto sulla fiducia non glie lo leva nessuno. Si vedrà in futuro.